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Sci alpino, Lech/Zürs 2020: potere Vlhova, ma che Brignone! La velocità chiarirà le idee sulla Coppa

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Quando mantieni le promesse, o quantomeno le intenzioni, soprattutto in uno sport dalle mille variabili come lo sci alpino, vuol dire che sei un fenomeno e hai grande fiducia nelle tue capacità. Petra Vlhova voleva 300 punti nelle ultime tre gare, tra Levi (2 slalom) e Lech/Zürs (parallelo), e nonostante qualche difficoltà qua e là, un percorso a ostacoli soprattutto in Austria, se li è presi. Di prepotenza. Non possiamo dire che abbia già le mani sulla Coppa del Mondo, ma sinceramente lo pensiamo. Con 8 giganti e 7 slalom ancora da disputare, nessuna combinata, nessun altro parallelo, Shiffrin ancora in ritardo di condizione, Brignone e Bassino poco performanti tra i rapid gates, alla slovacca basterà mantenere un livello anche solo discreto in velocità per sognare la prima sfera di cristallo. L’ago della bilancia saranno proprio le prove veloci, perché se Brignone è quella dello scorso anno e riuscirà magari a vincere anche in discesa, potrà comunque contrastare lo strapotere della slovacca; se invece Vlhova si dimostrerà da podio o primo posto anche nelle discipline a lei meno congeniali al momento, rimarranno davvero poche chance alle avversarie, per la generale. Nelle precedenti 54 edizioni del circuito di Coppa del Mondo, solamente un’altra Petra, ma di cognome Kronberger, era stata capace di ottenere tre vittorie e quattro podi nelle prime quattro gare. In quella stagione, la fuoriclasse austriaca vinse la classifica generale.

Se in Finlandia l’unico vero grattacapo alla slovacca l’aveva creato Michelle Gisin (ieri assente) nella prima manche di gara 1, nel Voralberg, Austria, l’allieva di Livio Magoni ha dovuto superarsi e rimontare spesso. Passate brillantemente le qualificazioni, infatti, nel tabellone a eliminazione diretta Petra si è trovata sotto subito con l’olandese nata a Brno e cresciuta in Austria, Jelinkova, al primo turno; stesso discorso con Federica Brignone ai quarti, ma in entrambi i casi puntuale è arrivata la stoccata finale nella run decisiva. La semifinale con Hector ha creato meno problemi, mentre solo una caduta conclusiva della sorpresa di giornata, l’americana Paula Moltzan (2ª e al primo podio in carriera) nella seconda manche della Big Final, ha spianato la strada a Petra per il successo (che magari avrebbe ottenuto comunque, sia chiaro). Brava lei. Tripletta doveva essere e tripletta è stata: in quattro gare la campionessa del mondo di gigante ha raccolto quattro podi e tre vittorie, per un totale di 360 punti in classifica generale. La più vicina è sempre Gisin, ferma a quota 175, mentre Bassino, al solito costante, è risalita in terza posizione a 158. In ogni caso ogni singola gara sarà ampiamente spettacolare quest’anno perché pian piano la Coppa del Mondo sta recuperando diverse atlete top prima infortunate e scoprendo un numero elevato di giovani interessanti.

L’unico gigante parallelo della stagione continua a non convincere come format di gara, nonostante le regole cambiate, mantiene un tracciato più veloce di un altro (e non è corretto, anche se poi le atlete si scambiano le piste) e si dimostra un terno al lotto, un “gigantino” con sci da porte larghe, ma distanze quasi da slalom (19 metri) e un pendio corto. Può andare bene come promozione in città, ma non ha nulla a che vedere con lo sci vero. Lo spettacolo ha finito comunque per divertire grazie all’equilibrio visto in pista. Lara Gut ha chiuso al terzo posto, mai così avanti in parallelo, mentre l’Italia raccoglie due buoni piazzamenti con Marta Bassino (5ª) e Federica Brignone (7ª); la valdostana è stata pressoché perfetta, ma ha sbagliato l’uscita dal cancellato nella prima manche dei quarti con Vlhova, un errore che in questa disciplina non ti puoi permettere. Peccato, ma ha sciato veramente bene, buon segnale in vista dei superG a St. Moritz. Fuori già in qualificazione Delago, Melesi (comunque veloci), Della Mea, Rossetti, Pirovano e Sofia Goggia, 27ª alla fine e forse un po’ scossa dalle due cadute patite in allenamento a Diavolezza, proprio in parallelo. L’aspettiamo nelle “sue” gare a dicembre. Da segnalare anche il 9° posto della polacca Gasienica-Daniel, mai così avanti in carriera. In ogni caso, il parallelo va già in archivio per questa stagione, Mondiali esclusi (con le stesse regole viste giovedì).

Vlhova in questo momento ha dentro la forza imperiosa di chi vuol conquistare il mondo e che le consente di battere tutte anche quando non esprime uno sci fantastico, come ieri per esempio, ma d’altra parte con questo format è difficile costruire exploit tecnici. Che non sia facile ottenere due percorsi identici è pacifico, ma che un’atleta, a tre porte dal traguardo sia davanti dieci metri e poi riesca a perdere senza commettere un solo errore, è follia pura. Amen.

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