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Formula 1

F1, Peter Bonnington: “Lewis Hamilton, una rockstar, un grande talento, uno stimolo a migliorare sempre, e non abbiamo finito…”

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Lewis Hamilton in questi anni di dominio ininterrotto in Formula Uno ci ha regalato diverse certezze. Il fatto che se può, vince e i dialoghi con il suo ingegnere di pista. L’ormai celebre “Bono”, alias Peter Bonnington. Colui che accompagna il sette volte campione del mondo, la persona che l’inglese ha scelto come suo fido compagno di viaggio in questa epopea in casa Mercedes e che, in qualche occasione, ha anche tele-guidato il pilota nativo di Stevenage, come in occasione dell’indimenticabile arrivo su tre ruote nel Gran Premio di Gran Bretagna.

Peter Bonnington solitamente ama parlare solamente con Lewis Hamilton e raramente si concede ai media. Per celebrare il settimo titolo del “Cavaliere Nero” l’ingegnere inglese si è concesso ai taccuini dei giornalisti e ha rilasciato dichiarazioni interessanti, dall’alto del suo ruolo. Dopotutto esordì nelle vesti di ingegnere di pista dopo anni trascorsi nelle vesti di data-engineer per lo stesso Michael e in precedenza di Jenson Button ai tempi della Brawn GP. Un terzetto di campioni del mondo. Non capita esattamente a tutti…

Le sue parole riportate da motorsport.com: “Ricordo molto bene la prima volta in cui Lewis entrò nella sede del team Mercedes. La mia prima impressione è che fosse arrivata una rockstar! Avevo appena terminato il mio lavoro con Michael Schumacher e quando vidi entrare Lewis dentro di me pensai…”Wow, questo è Lewis, sarà lui a raccogliere il testimone”. Stavo passando dall’interagire con una leggenda ad un ragazzo che poco dopo essere arrivato mi ha chiesto di iniziare… a lavorare”.

Chi meglio di “Bono” per tratteggiare l’evoluzione del trentacinquenne nativo di Stevenage in questi anni?Il talento si è visto subito, ovviamente, ma non era lucido come oggi. Se analizziamo ciò che ha fatto nel Gran Premio di Turchia emerge un pilota che ha una forza incredibile che va ben oltre il talento. Per quanto fossi ottimista, non credevo che fosse possibile vincere quella corsa, ci siamo trovati in una situazione critica ma lui ha sempre avuto tutto sotto controllo. Ha una visione del contesto incredibile”.

L’ingegnere di pista della Mercedes racconta come si sviluppa il rapporto in pista con il suo pupillo. In una gara come quella di domenica scorsa c’è un’alternanza di emozioni, dall’euforia alla paura di non farcela, e la tensione è molto alta. Quello che provo a fare con Lewis è di mantenere un livello costante, senza sbalzi, provando a smorzare i dubbi. Negli anni il rapporto tra me e Lewis è cambiamo moltissimo, è nata una fiducia reciproca che ci permette di capirci al volo. Siamo cresciuti entrambi dal 2013 ad oggi, quando ho iniziato a lavorare con Lewis anche io avevo meno esperienza, ma le basi me le ero fortunatamente costruite lavorando con Michael. Grazie a quell’esperienza non ho avuto dubbi nell’andare avanti con Lewis, non ho avuto soggezione. Anno dopo anno abbiamo continuato a motivarci a vicenda, riuscendo a migliorare il nostro rapporto e a porci sempre nuove sfide, che ci hanno consentito di non smettere mai di apprendere ed andare avanti. Non ci siamo mai fermati, è fantastico lavorare con persone così motivate e motivanti. Andremo avanti? Certo, non abbiamo ancora finito…”.

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alessandro.passanti@oasport.it

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