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Formula 1

F1, GP Imola 2020: Charles Leclerc 5°, impossibile l’agguato per il podio nel finale. Passo indietro della Ferrari?

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In casa Ferrari il Gran Premio di Emilia Romagna è andato in archivio con il posto di Charles Leclerc e il 12° di Sebastian Vettel. Un risultato sicuramente peggiore rispetto a quello ottenuto domenica scorsa a Portimao, dove – senza il ritiro di Max Verstappen – il monegasco si era piazzato quarto e il tedesco decimo. Viene dunque da chiedersi se, nell’arco di sette giorni, le Rosse abbiano effettuato un passo indietro. La risposta è “ni”.

Innanzitutto va sottolineato come la pista di Imola abbia caratteristiche differenti rispetto a quella portoghese, dove la potenza del motore era meno preponderante di quanto non lo sia stata in Romagna. Sappiamo bene come la power unit sia la principale nota dolente della SF1000 e, di certo, un tracciato in cui il gas rimane aperto per tre quinti del tempo non aiuta la causa del Cavallino Rampante. Al di là di questo fatto, non va dimenticato come in terra lusitana siano state utilizzate mescole differenti, più dure di quelle portate dalla Pirelli sulle rive del Santerno.

In particolare a Imola è ricomparsa la C4, la più morbida delle tre usate nel GP di Emilia Romagna, evidentemente temutissima dagli strateghi della Ferrari. Non si spiega altrimenti la decisione di anticipare il pit-stop di Leclerc e, al tempo stesso, quella di montare gomma dura sulla monoposto di Vettel in occasione della sosta del tedesco, nonostante questi avesse già percorso due terzi della distanza con le medie. Insomma, si è voluto accorciare al massimo il primo stint di Charles con le rosse e, contemporaneamente, non ci si è fidati a finire la gara con le soft sulla vettura di Seb. Effettivamente, proprio le morbide hanno dato tanti problemi d’assetto nella giornata di ieri, poiché entrambi i piloti hanno faticato a mandare in temperatura i loro pneumatici. In altre parole, è probabile che il box del Cavallino Rampante avesse il timore che si generasse graining, già verificatosi in più di un’occasione nel 2020 quando si è verificata la combinazione C4 + temperature basse (Hungaroring e Nürburgring docent).

In realtà il problema non sembrerebbe essersi presentato, d’altronde lo stesso Leclerc ha tenuto a sottolineare ai microfoni di Sky Sport come la gestione delle soft sia migliorata rispetto a tre settimane orsono, quando si è corso il GP dell’Eifel. Insomma, in casa Ferrari c’è stato un progresso sotto questo punto di vista e, per la verità, forse per la prima volta in stagione la Scuderia di Maranello può masticare amaro. Perché, al netto del ritiro di Max Verstappen, il podio oggi era effettivamente possibile. Dopotutto Leclerc non è apparso inferiore a Ricciardo. Certo, ha sofferto nei primissimi giri, ma già a ridosso della sua sosta aveva cominciato a recuperare terreno sull’australiano. Vero che nel finale non è stato in grado di lanciare un assalto al trentunenne di Perth, ma non va dimenticato come il monegasco abbia seguito a lungo la Renault, stressando maggiormente i suoi pneumatici rispetto a quanto non l’abbia fatto Daniel. Questa dinamica, unita alle croniche difficoltà nel mandare in temperatura le coperture, ha impedito al ventitreenne del Principato di difendersi da Daniil Kvyat dopo la safety car. Non a caso, quando le gomme si sono scaldate, Leclerc è riuscito a contenere gli attacchi di Sergio Perez.

Per quanto visto oggi, viene da pensare che la Ferrari abbia perso il terzo posto nella giornata di ieri. In effetti le Rosse sono regredite, ma solo in qualifica. In gara, invece, hanno dimostrato di avere un buon passo. Purtroppo un tracciato come Imola, dove i sorpassi sono molto complicati, ha reso determinante il risultato del sabato. Non avremo mai la controprova, ma l’impressione è che se Leclerc avesse concluso il primo giro davanti a Ricciardo, allora sarebbe arrivato davanti all’australiano anche al termine del GP, in quanto i due sono apparsi quantomeno equivalenti. Il Cavallino Rampante ha dunque pagato a caro prezzo le difficoltà incontrate sul giro secco, ennesima dimostrazione di come la SF1000 sia una vettura del tutto imprevedibile nonostante le evoluzioni presentate. Dopotutto il comportamento è esattamente l’opposto di quello palesato al Nürburgring, mentre a Portimao il sabato e la domenica erano stati paritetici.

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paone_francesco[at]yahoo.it

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Foto: La Presse

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