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Ciclismo, Chris Froome sottolinea: “Non sono un corridore finito!”

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Non è una Vuelta a España nel segno di Christopher Froome. Il quattro volte vincitore del Tour de France, a segno nella corsa a tappe iberica nel 2011 e nel 2017, nonché uno dei sette corridori — con Jacques Anquetil, Eddy Merckx, Felice Gimondi, Bernard Hinault, Vincenzo Nibali e Alberto Contador — a essersi aggiudicato tutti e tre i grandi Giri, deve fare i conti con una condizione non all’altezza della situazione.

Il 91° posto in classifica generale a 02:44:07 dal vertice dopo la quindicesima tappa disputata non è che lasci troppo spazio alle interpretazioni. In una Vuelta con Primoz Roglic leader, il ruolo del britannico è quello di dare una mano al compagno di squadra in Ineos Richard Carapaz, in corsa per il successo finale visti i suoi 39 secondi di ritardo. Un 2020 che avrà il sapore dell’addio per Froome, dal momento che l’anno prossimo sarà parte dell’Israel Start-up Nation.

In questo senso il corridore del Regno Unito aveva espresso una valutazione molto chiara in questi ultimi giorni: “Non è facile. Ho fatto del mio meglio dall’inizio per cercare di aiutare Richard (Carapaz ndr.) e cerco principalmente di rimettermi in forma. Se avessi dovuto smettere ogni volta che il gioco si è fatto duro nella mia carriera, non avrei mai fatto nulla. Sono tutt’altro che finito“, le parole riportate sul suo account Twitter.

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giandomenico.tiseo@oasport.it

Twitter: @Giandomatrix

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Foto: LaPresse 

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