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Ciclismo femminile, Letizia Paternoster: “In gara sono una tigre, la vittoria dà un senso ai sacrifici”

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Vincere non è importante, è l’unica cosa che conta“, con questa parole si riesce a identificare un club calcistico in Italia tanto seguito. Ci si riferisce alla Juventus. Ma la vittoria cosa rappresenta per un atleta? La sublimazione dei propri sacrifici e ciò che dà un senso alla propria attività agonistica. Una risposta del genere arriva da chi sogna di diventare la numero uno nel ciclismo e considerati il talento e la giovane età si può ben sperare. Il pensiero va a Letizia Paternoster, classe ’99, che non vuol fare solo stragi di cuori su Instagram, ma anche dominare la scena dal punto di vista sportivo.

Il rinvio di un anno delle Olimpiadi di Tokyo per via della pandemia consente a Letizia di prepararsi ancor meglio alla scadenza a Cinque Cerchi, accumulando quel pizzico di esperienza che manca per fare il definitivo salto di qualità. Argento nell’Omnium e doppio bronzo nel quartetto e nell’Americana, l’azzurrina vuol tramutare quelle medaglie mondiali su pista in qualcosa di olimpico: “In pista divento una tigre. Mi sento un’altra. E’ difficile descriverlo, sono solo io con me stessa, con l’adrenalina a mille, in testa soltanto quello che devo fare. Piuttosto muoio sulla bici, ma do sempre tutto. Perché io lotto per diventare la numero uno. La vittoria dà un senso a tutto quello che fai, soprattutto ai sacrifici“, le sue parole (fonte: La Gazzetta dello Sport).

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Grande voglia di imporsi, dunque, la 21enne nativa di Cles che vuol regalarsi un sogno a Cinque Cerchi insieme alle sue giovani compagne (Elisa Balsamo, Vittoria Guazzini e a Martina Alzini), senza dimenticare l’importante apporto di Confalonieri, Cavalli e di Valsecchi. Una compagine di qualità nella quale Paternoster vuol recitare il ruolo della vedette.

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Foto: LaPresse

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