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F1, la SF90 era superiore alla SF1000. Punti deboli aumentati dal 2019

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Piloti, ingegneri e dirigenza della Ferrari si sarebbero aspettati di tutto in questo Mondiale 2020 di Formula Uno, tranne dover rimpiangere la SF90. La vettura edizione 2019, quella che in teoria doveva festeggiare i 90 anni dalla nascita della Scuderia di Maranello, si è limitata a tre sole vittorie in tutto il campionato ma, sostanzialmente, ha dato la possibilità a Charles Leclerc e Sebastian Vettel, quasi sempre, di poter lottare con i migliori. A volte le cose andavano bene, specialmente nei circuiti più veloci, altre volte meno (come dimenticarsi il minuto di distacco incassato in Ungheria) ma il progetto non si poteva definire completamente da stracciare.

Per quel che riguarda la SF1000, invece, lo scenario si sta facendo rapidamente da “De profundis”. La vettura che già aveva messo in mostra evidenti criticità nel corso dei test pre-stagionali del Montmelò, ha confermato tutte le sue difficoltà nelle prime due uscite stagionali. Nel Gran Premio d’Austria solamente le tre Safety Car hanno evitato un doppiaggio tristissimo, mentre il Gran Premio della Stiria per i due piloti del Cavallino Rampante si è concluso dopo tre sole curve e non ha potuto dimostrare a pieno se gli aggiornamenti portati potevano migliorare almeno leggermente una situazione che, per il momento, è letteralmente da allarme rosso. 

La grande differenza tra SF90 e SF1000 è soprattutto una: il motore della Ferrari. Se l’anno scorso la Power Unit di Maranello con le sue prestazioni formidabili sui rettilinei sapeva mascherare le carenze della vettura, quest’anno invece manca come l’aria per la nuova monoposto che, proprio per questa assenza, fatica in maniera particolare. Tutto il progetto della macchina 2020 dipendeva dalla potenza del motore dell’anno scorso. Una vera e propria architrave che avrebbe dovuto sorreggere una SF1000 che avrebbe puntato in maniera massiccia sull’aumento di carico aerodinamico.

Dopo l’accordo segreto Ferrari-FIA proprio sulla Power Unit di Maranello (sulla quale, evidentemente, c’era qualcosa che non andava) alla scuderia emiliana è stato imposto il rifacimento del motore che, a quanto pare, è nettamente depotenziato rispetto al predecessore. Un calo che sta andando a nuocere a tutto il pacchetto perchè senza la spinta che veniva garantita un anno fa, la nuova SF1000 non riesce a compensare il carico aerodinamico aumentato. In poche parole sui rettilinei la Ferrari non riesce ad avanzare e risulta sempre la vettura più lenta del gruppo.

La scuderia emiliana si trova davvero davanti ad un empasse. Il progetto 2020 affondava le radici sul motore 2019 che, invece, è stato sostanzialmente vietato. La comunicazione è arrivata mesi dopo la creazione della SF1000, per cui in quel di Maranello c’era già il sentore che la monoposto avrebbe avuto grandi difficoltà Così tante, tuttavia, nessuno se le sarebbe mai potute immaginare. Come se non bastasse il fatto che dalle prove libere del Gran Premio d’Austria molte componenti sono state congelate per tutto l’anno rende pressoché impossibile un cambio di rotta radicale e immediato. Si annuncia un Mondiale 2020 quanto mai in salita per Charles Leclerc e Sebastian Vettel che rischiano di rimpiangere la SF90. Chi l’avrebbe mai detto?

 

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alessandro.passanti@oasport.it

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Foto: Lapresse

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