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IndyCar 2020: la storia di Santino Ferrucci, ‘paisà’ dal cuore italiano

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Santino Ferrucci è uno dei protagonisti del NTT IndyCar Series 2020. Il nome, di chiare origini italiane, si riferisce  al nativo dello Stato del Connecticut, americano di terza generazione. I suoi bisnonni , originari del Bel Paese si trasferirono negli USA agli inizi del secolo scorso.

Il ventiduenne, che ieri ha festeggiato il suo compleanno, vanta nella propria carriera tra Europa ed America un’importante esperienza tra le ruote scoperte. I primi anni di attività in pista sono stati fondamentali per Ferrucci che finalmente ha trovato la propria dimensione nella principale serie monoposto degli Stati Uniti d’America.

Il #18 dell’IndyCar Series mosse i primi passi nel motorsport nella Formula 2000 Championship, una delle prime categorie americane per i giovani piloti che cercano una carriera nel mondo GT o formula. La scalata verso la F1, raggiunta poi come pilota di riserva e test driver del Team Haas, proseguì in Europa con un 2014 pieno di impegni. Dopo il quinto posto nella già citata F200, l’americano intraprese un triplo programma per la stagione successiva che, come obiettivo principale, aveva l’intera stagione nella FIA Formula 3 europea. Oltre a correre in una delle principali serie ‘mondiali’ per  arrivare nel Circus della F1, Ferrucci si dilettò nei week-end ‘morti’ nella F3 tedesca e nella F3 britannica. Con gli Inglesi del team Fortec Motorsport, Santino concluse l’anno al 19° posto, mentre arrivò ottavo nell’edizione 2014 del GP di Macao, la manifestazione che ogni anno si tiene in una delle piste più difficili e prestigiose al mondo: il Guia Circuit. Il primo anno in Europa vide il giovane americano sfidare importanti nomi come il francese Esteban Ocon, campione della F3 nel 2014, l’olandese Max Verstappen, il nostro Antonio Giovinazzi ed il canadese Nicholas Latifi,

L’anno seguente, mentre Verstappen raggiungeva la F1 e nella F3 continentale debuttavano il monegasco Charles Leclerc, il canadese Lance Stroll, il thailandese Alex Albon e l’inglese George Russell, Ferrucci continuò l’avventura in F3 con uno delle compagini più competitive del gruppo: il Mücke Motorsport. Con un secondo posto come miglior risultato nella Race 2 di Spa-Francorchamps, il pilota dal cuore italiano concluse la sua avventura nella FIA F3 con un 11 posto. La stagione agonistica proseguì con una nuova avventura a Macau, chiusa al sesto posto finale nell’anno in cui a vincere fu lo svedese Felix Rosenqvist, campione tra l’altro, della F3 del 2015. Il giovane svedese si lega a Ferrucci visto che entrambi corrono attualmente nello stesso campionato. Rosenqvist gareggia a bordo dell’auto #10 del Chip Ganassi Racing e nel 2019 si è laureato rookie of the year grazie alle splendide prestazioni svolte tra ovali e stradali.

Dopo due discrete annate nella F3, l’americano strappò due importanti risultati: un sedile in GP3, l’attuale FIA F3 che ha sostituito la F3 Europea (serie morta al termine del 2018) e il ruolo di test driver in F1 con Haas. Con i francesi di DAMS, Ferrucci iniziò la parentesi in GP3. Dopo un primo anno in cui concluse il campionato al 12° posto, il ‘nostro’ pilota si ripresentò al via del campionato 2017 della GP3 prima di vestire la tuta dell’italiana Trident in GP2 dalla metà di quell’anno. La compagine italiana, impegnata in GP2 ed in GP3 con due auto, cambiò molti piloti durante la stagione sull’auto #17, seconda monoposto della formazione fondata da Maurizio Salvadori.

Dopo aver corso con DAMS le prime tre prove del campionato, Ferrucci fu ingaggiato dalla settima gara come pilota a tempo pieno dopo le ‘avventure’ dello spagnolo Sergio Canamasas, del nostro Raffaele Marciello e dell’inglese Callum Ilott. Sempre nello stesso anno mantenne il suo ruolo di collaudatore con Haas, un esperienza che lo portò anche in pista con la compagine americana durante i test estivi che si svolsero a Silverstone dopo il GP di Gran Bretagna del 2016. L’importante rapporto con la squadra statunitense si ruppe con uno spiacevole episodio che lo vide protagonista, proprio a Silverstone, durante la Race 2 della GP2 del 2017. Al termine della prova infatti, Ferrucci colpì volontariamente il proprio compagno di squadra, l’indiano Arjur Maini, durante il giro di rientro ai box dopo l’esposizione della bandiera a scacchi. Una mossa pericolosa ed a quanto pare premeditata che concluse il rapporto con la Trident e provocò la sospensione per quattro prove dall’ambiente della GP2. La rottura tra le due parti avvenne anche  a causa di questioni legate al mancato pagamento di Ferrucci nei confronti del team. La formazione italiana prese quindi la decisione di rimpiazzare il pilota statunitense con il nostro Alessio Lorandi.

La carriera dell’americano non si fermò in quel giorno di luglio a Silverstone, ma continua tutt’oggi negli USA con un sedile a tempo pieno in IndyCar. Debuttò nel GP di Detroit nel 2018, gara in cui fu chiamato in sostituzione di Pietro Fittipaldi. Il brasiliano, vittima di un incidente in cui si era fratturato le gambe durante la 6h di Spa-Francorchamps valida per il FIA World Endurance Championship, diede a Ferrucci la possibilità di entrare nella serie americana in cui ritornò per le ultime due prove dell’anno: a Pocono (ovale) ed a Sonoma, finale del campionato.

Con l’inizio del rapporto tra il brasiliano Fittipaldi con la compagine belga del WRT nel DTM per il 2019, Ferrucci fu ingaggiato a tempo pieno nell’IndyCar Series a bordo di una delle due auto del Dale Coyne Racing. Dopo un nono posto tra i muretti di St. Petersburg, prima prova della passata edizione della categoria, l’americano nativo dello Stato del Connecticut ha avuto l’onore di poter competere per la corona dell’Indianapolis 500 del 2019. L’esordio nella mitica location dell’Indianapolis Motor Speedway gli regalò il ‘titolo’ di miglior esordiente dell’anno grazie ad uno splendido settimo posto finale. Ferrucci si è mostrato molto competitivo sugli ovali rispetto agli stradali, un fatto singolare vista la tanta esperienza che serve su una tipologia di pista così atipica. Il quarto posto in Texas dello scorso anno fu il miglior risultato in una stagione che completò con altri due quarti posti nei catini di Pocono e Gateway Motorsport Park. Il podio non è ancora arrivato per il porta colori di Coyne, presente nella Top5 di tre circuiti che non hanno nulla in comune.

Ferrucci, compagno di team dello spagnolo Alex Palou, rookie nella serie dopo l’esperienze dello scorso anno nel Super GT, sarà al via di tutte le prove del 2020 e potrà senza dubbio dire la sua per una posizione di rilievo.

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Foto: LaPresse

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