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Sci Alpino

Sci alpino, un calendario 2020-2021 sempre più sbilanciato verso le discipline tecniche. Velociste (e italiane…) penalizzate

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Il calendario c’è, per la stagione di sci alpino 2020-2021. Ma quanto può essere definivo? La domanda è legittimata anche dal vuoto lasciato dalla stessa FIS, che tra il 6 e il 24 febbraio 2021 non ha inserito tappe di Coppa del Mondo perché quello dovrebbe essere il periodo dedicato ai Mondiali di Cortina d’Ampezzo, al momento in stand-by. In più, in caso di seconda ondata di Covid-19, potrebbe essere completamente stravolto e ridisegnato con vere e proprie settimane nelle singole nazioni, solo europee, quali Italia, Francia, Austria, Svizzera e Slovenia, più o meno.

Circolando svariate ipotesi su quanto potrà accadere, alcune magari fantasiose, ma non necessariamente campate per aria. Anche perché l’Italia vanta dei crediti da riscuotere con la Federazione Internazionale, in primis per i numerosi recuperi allestiti in tempo zero nel circuito di sci alpino e poi per le tantissime gare ospitate in diverse discipline. Soprattutto per la cancellazione delle ultime Finali a Cortina, nel marzo 2020. E se ci fosse un domino di eventi già in qualche modo ipotizzato, che portasse al rinvio anche dei Giochi invernali di Pechino 2022 (quasi tutte le discipline devono ancora effettuare i test-event), con conseguente slittamento a febbraio 2022 dei Mondiali di Cortina e inserimento a sorpresa delle Finali (saltate lo scorso marzo) nel 2021, al posto di Lenzerheide, che tanto il suo spazio prima o poi lo trova sempre? Fra un mese o poco più avremo le idee più chiare. Tappe di Cortina potrebbero essere inserite anche a febbraio 2021, in caso di slittamento del Mondiale al 2022.

Intanto è doveroso dare un’occhiata al calendario di Coppa femminile, perché Brignone, Goggia, Bassino e compagne rappresentano in questo momento forse il settore più in salute dell’intero sport italiano, non solo invernale. Come già abbondantemente previsto dalla precedente bozza dei calendari, ci sarà un superG in meno e l’unica tappa sul suolo italiano per le ragazze è, per ora, il gigante di Kronplatz, destinato a diventare (forse) la grande classica dello sci in rosa tra le porte larghe, come Badia lo è al maschile. Almeno in Italia. C’è il previsto parallelo tra Soelden e Levi, a Lech/Zuers, mentre torneranno Semmering, Jasna e St. Anton. Certo, l’introduzione dei paralleli ha inevitabilmente sbilanciato ancor di più il circuito verso le discipline tecniche e in primis lo slalom, proprio nel momento in cui le due principali pretendenti alla Coppa oltre alle azzurre (le mettiamo tutte assieme) sono slalomiste, cioè Shiffrin e Vlhova. Vero che non è facile organizzare e mettere in sicurezza piste da discesa (ma il discorso vale soprattutto per l’allenamento), però non si capisce il motivo per cui non si possa avere lo stesso numero di prove per disciplina (esempio, 8) in calendario. Nel circuito maggiore le piste da velocità comunque non mancano, da Are a Soldeu, da Garmisch a Lake Louise, da St. Anton ad Haus im Ennstal, da Cortina a La Thuile, da Crans Montana a St. Moritz, a JeongSeong a Sochi, da Lenzerheide a Bansko, da Val d’sere ad Hafjell ecc. ecc.

Chiaro che in una situazione di questo tipo le citate Shiffrin e Vlhova hanno un vantaggio e non di poco conto rispetto alla concorrenza. E’ vero però che una Federica Brignone, per esempio, sarà molto leggera nell’anima, avendo già conquistato la prima sfera di cristallo della storia, per l’Italia. Siamo sicuri che migliorerà ulteriormente (punterà anche alla Coppa di superG) e potrebbe davvero stupire in slalom. Goggia è attesa al grande riscatto, Bassino all’ultimo, definitivo, salto di qualità, cioè le si chiede di vincere un po’ di più. Lo può fare, anche in superG.

Non va dimenticato, infine, un particolare: l’era Kasper è alla conclusione, sono in atto le prime manovre per le nuove elezioni FIS e dunque tutto potrà ancora accadere.

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gianmario.bonzi@gmail.com

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Foto: Fisi/Pentaphoto

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