Seguici su

Ciclismo

Giro di Lombardia: i 5 diamanti di Fausto Coppi. Un record ancora imbattuto

Pubblicato

il

Fausto Coppi, oltre a essere un’eccellenza delle corse a tappe, è anche uno dei più grandi interpreti nella storia delle gare in linea. In carriera ha vinto il Mondiale, tre Milano-Sanremo, la Parigi-Roubaix, la Freccia Vallone e tantissime prove del calendario nazionale. La manifestazione a cui ha legato maggiormente il suo nome, però, è stata indubbiamente il Giro di Lombardia. Il Campionissimo si impose in ben cinque edizioni della Classica delle Foglie Morte, di cui quattro consecutive, tutt’oggi un record imbattuto.

Il primo successo arriva nel 1946. Coppi va all’attacco da lontano con Luigi Casola e Michele Motta. Nel finale, a 5 chilometri dal traguardo, scatta sul cavalcavia della Ghisolfa e si leva di ruota i rivali. L’Airone prende il volo ed entra tutto solo nel velodromo Vigorelli. Si ripete l’anno seguente, ma stavolta trionfa in maniera ancor più eclatante. Attacca Bartali al rifornimento di Asso, cogliendolo di sorpresa. Nessuno è lesto abbastanza da prendere la ruota del Campionissimo e questi scappa solitario. Sulla Valbrona riacciuffa Magni, ultimo superstite della fuga del mattino. Sul Ghisallo si libera del Leone delle Fiandre e plana fino alla meta aumentando sempre più il suo vantaggio sugli inseguitori. Ginetaccio, alla fine, sarà secondo a 5’24” dal novese.

Nel 1948 arriva il tris. Si muove nuovamente da lontano e sempre nei pressi di una zona di ristoro, questa volta situata vicino al lago Segrino. Gli avversari, stupiti, non riescono a chiudere e progressivamente Coppi, facendo sostanzialmente una cronometro di 83 chilometri, incrementa il suo vantaggio sino a divenire imprendibile. Farà anche il nuovo record di scalata del Ghisallo: 25’20”.

Nella stagione 1949 Coppi vive una delle sue Classiche delle Foglie Morte più sfortunate. Fora dopo la Valbrona e perde una quarantina di secondi dai primi. Tuttavia, riesce a tornare sotto facendo un grande sforzo. Ha, però, un altro inconveniente: la catena è poco tesa e non riesce a cambiare rapporto. E’ costretto a spingere il più lungo che ha a disposizione. Fa comunque la differenza sul Ghisallo, ove abbassa di cinque secondi il suo stesso record. A 56 chilometri dal traguardo non ha più nessuno alla sua ruota e con un’altra grande impresa si presenta a braccia alzate al Vigorelli.

Da quel momento inizia un digiuno che dura fino al 1954. Ormai Coppi ha 35 anni e il meglio sembra essere alle spalle. In salita inizia a non avere più il colpo di pedale dei bei tempi e, infatti, non fa la differenza. La corsa risulta poco selettiva e si decide con una volata molto numerosa sulla pista del Vigorelli. Fausto, che è un grande specialista anche dell’inseguimento, disciplina in cui ha vinto due titoli iridati, sa meglio di altri come si sprinta in un velodromo. Parte lunghissimo, nel rettilineo opposto a quello d’arrivo, ma combinando la sua potenza con quel po’ di mestiere necessario per tenere dietro tutti i rivali, riesce a non farsi scavalcare. Prende l’ultima curva in testa e nessuno può più superarlo. Dopo un lustro a secco, il Campionissimo torna a esultare sul traguardo della Classica delle Foglie Morte.

[sc name=”banner-article”]

luca.saugo@oasport.it

CLICCA QUI PER TUTTE LE NOTIZIE DI CICLISMO

Twitter: @LucaSaugo

Clicca qui per seguire OA Sport su Instagram
Clicca qui per mettere “Mi piace” alla nostra pagina Facebook
Clicca qui per iscriverti al nostro gruppo
Clicca qui per seguirci su Twitter

Foto: Lapresse

Clicca per commentare

Tu cosa ne pensi?

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *