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Ciclismo, le salite epiche: il Mortirolo. Storia, precedenti e i campioni che lo hanno domato

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Il Mortirolo è una salita che ha fatto la sua comparizione solo in epoca recente nei percorsi del Giro d’Italia, benché sia già da tutti considerata una delle erte simbolo della Corsa Rosa. La prima volta fu nel 1990, quando a domare l’ascesa lombarda fu il venezuelano Leonardo Sierra. Tuttavia, in quell’occasione non si affrontava quello che diventerà il versante più noto del colosso delle Alpi Meridionali, ma, bensì, si saliva da Edolo. L’esordio vero e proprio del Mortirolo da Mazzo di Valtellina, a ogni modo, è comunque rimandato solo all’anno seguente, quando sarà teatro dell’impresa della maglia rosa Franco Chiocchioli che tra le viuzze della spaventosa cima mise un’importante ipoteca sul suo trionfo finale.

Il Mortirolo tornò, in seguito, nel 1994, nella frazione che lo ha consacrato. Fu inserito, infatti, nella Merano-Aprica e per la prima e ultima volta era seguito da un’ascesa più breve, ma a sua volta durissima, vale a dire il Santa Cristina. Quel dì, sull’erta lombarda, nacque la leggenda di Marco Pantani, il quale sulle pendenze arcigne del Mortirolo piegò tutti quanti, inclusa la maglia rosa Evgenij Berzin. Due stagioni più tardi, invece, l’aspra cima delle Alpi Meridionali fu giudice finale del Giro d’Italia. Sulle sue rampe, infatti, Pavel Tonkov si riappropriò della maglia rosa che il dì precedente aveva ceduto allo spagnolo Abraham Olano. Il russo andò all’attaccò con Ivan Gotti e lasciò poi il successo parziale a quest’ultimo.

Nel 1997, il Mortirolo fu riproposto nuovamente. Stavolta Tonkov e Gotti, il quale vestiva la maglia rosa, furono avversari. Il russo provò in tutti i modi a staccare il bergamasco, ma non ci riuscì e dovette accontentarsi della vittoria di tappa. Anche nel 1999 il Colosso delle Alpi Meridionali fu caro a Ivan Gotti. Lo si affrontava nel corso del penultimo giorno e, poco prima della partenza della frazione, la maglia rosa Marco Pantani venne allontanato dal Giro per ematocrito alto. Il vincitore della Corsa Rosa del ’97, dunque, si giocò sul Mortirolo il trionfo finale con il Falco Paolo Savoldelli. Gotti andò all’attacco con Gilberto Simoni e Roberto Heras. Savoldelli crollò e per Ivan fu l’apoteosi, mentre Heras colse il successo parziale.

Dopo essere stato proposto per ben sei volte nel corso degli anni ’90, nel nuovo millennio il Mortirolo non venne incluso nel tracciato della Corsa Rosa fino al 2004. In quest’occasione, tuttavia, la cima fu meno incisiva rispetto al passato. Nel 2006, invece, fu il punto in cui iniziò l’attacco congiunto della maglia rosa Ivan Basso e di Gilberto Simoni. Sull’Aprica, in seguito, il leader della classifica generale si levò di ruota il trentino e arrivò tutto solo al traguardo a braccia alzate. Un episodio che scatenò le polemiche di Simoni, il quale disse che Basso nel finale della frazione gli aveva chiesto dei soldi per non staccarlo.

Anche nel 2008 il Mortirolo fu presente nel percorso del Giro d’Italia. Doveva essere il teatro della grande battaglia tra Alberto Contador e Riccardo Riccò, ma, in verità, nessuno dei grandi di quella Corsa Rosa provò un attacco convinto e alla fine a vincere la frazione fu un Emanuele Sella in stato di grazia. Ben altro ruolo, invece, ebbe l’aspra erta nel 2010. In questo caso, infatti, sul Mortirolo Ivan Basso, in compagnia di Michele Scarponi e Vincenzo Nibali, iniziò l’azione che lo portò a detronizzare l’allora leader della classifica generale David Arroyo. La vittoria di tappa fu appannaggio del compianto Michele Scarponi, il quale fu l’unico capace di tenere testa in salita al duo Basso-Nibali, all’epoca ambedue alfieri della Liquigas.

Due anni più tardi si affrontò, per la prima volta, il Mortirolo dal versante di Tovo di Sant’Agata. La salita non fece alcuna differenza, ma sul falsopiano successivo ci fu l’attacco di Thomas De Gendt il quale, quel giorno, in cui l’arrivo era posto in cima al Gavia, realizzò una grandissima impresa e rischiò anche di ribaltare il Giro d’Italia. Nel 2015 si tornò ad affrontare il Mortirolo dalla strada più nota e Alberto Contador, il quale aveva forato all’imbocco della salita, fu protagonista di una rimonta strepitosa andando a riprendere e a staccare Fabio Aru che lo aveva attaccato approfittando del problema di cui era stato vittima. Il madrileno, tuttavia, non riuscì a piegare la resistenza del compagno di Aru Mikel Landa. Sull’Aprica, al contrario, fu il basco a scrollarsi di dosso la maglia rosa di quel Giro e a vincere la tappa.

L’erta lombarda è stata riproposta, in seguito, nel 2017, stagione nella quale al Giro d’Italia è stata affrontata dal versante di Edolo all’inizio della 16esima tappa. Quel dì la sua presenza fu ininfluente, ma vi fu, quantomeno, il bel gesto di Luis Leon Sanchez che passò per primo in testa e ricordò l’allora da poco scomparso Michele Scarponi. Il Mortirolo è tornato nel tracciato della Corsa Rosa, per l’ultima volta, nel 2019. Fu trampolino di lancio per il successo, grazie alla fuga da lontano, dell’abruzzese in maglia blu Giulio Ciccone.

luca.saugo@oasport.it

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Twitter: @LucaSaugo

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Foto: Lapresse

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