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Sci Alpino

Sci alpino, la magica cavalcata di Federica Brignone nella Coppa del Mondo 2019-2020. Varcate le porte della storia

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Brignone fa rima con Albertone“, recitava uno striscione a La Thuile. E in effetti le stagioni 1994-1995 e 2019-2020 qualcosa in comune ce l’hanno, non fosse altro per la conquista della Coppa del Mondo generale da parte di due italiani, con Finali previste nel nostro Paese e ovviamente disputate solo a Bormio, 25 anni fa mentre quest’anno il grande appuntamento con Cortina 2020 è saltato causa Pandemia da Covid-19.

Si è già detto e scritto tanto sull’annata magica di Federica, un’annata che prima o poi ci aspettavamo da parte della valdostana e che ha portato in dote diversi record e tre coppe del mondo, tra cui la prima generale per una sciatrice italiana. La stagione era partita con il quinto posto a Sölden, un risultato che sicuramente non aveva soddisfatto l’atleta valdostana che era già salita due volte sul podio nell’opening stagionale, vincendo anche nel 2015. A Killington Brignone è stata superata solo da Marta Bassino, mentre purtroppo è saltata in slalom quando viaggiava su ritmi clamorosi, da 5° posto finale. In Canada la trasferta americana si è chiusa con l’ottimo settimo posto in superG, miglior risultato a Lake Louise in carriera, dopo aver saltato le discese.

La prima grande svolta, dopo la “beffa” di St. Moritz (superG lasciato per un centesimo a Sofia Goggia) è arrivata a Courchevel, dove mai Federica era salita sul podio: vittoria in rimonta in gigante e combinata poi annullata a Val d’Isère, senza Shiffrin e con buone possibilità di imporsi ancora. Il primo momento difficile a Lienz, dopo un gigante che l’ha lasciata al quarto posto su una pista amatissima e dove aveva trionfato nel 2017. Un pizzico di delusone lavata via dal buon piazzamento in slalom il giorno dopo.

Poi gennaio, il mese dedicato in primis alla velocità: un mese che lancia Federica verso traguardi insperati, con il successo in combinata ad Altenmarkt-Zauchensee, la vittoria in gigante al Sestriere proprio dove era uscita 4 anni prima e i podi in libera a Bansko, accompagnati purtroppo dal ko forse più bruciante, quell’uscita in superG in Bulgaria a poche porte dal traguardo quando viaggiava verso la vittoria.

A febbraio le ciliegine sulla torta: ecco il grande successo a Sochi, a cancellare le lacrime di 6 anni prima dopo l’uscita nel gigante olimpico, per giunta dopo un errore grave, su una pista facile per le sue caratteristiche e di poco davanti a Sofia Goggia; e poi il ‘classico’ trionfo nella ‘sua’ Crans Montana, prima atleta a imporsi in 4 combinate consecutive nella stessa località. Ma forse Fede ricorderà con grande gioia il secondo posto in discesa a Garmisch-Partenkirchen, su una pista classica per la libera e non un supergigantone come Bansko.

Quindi La Thuile, altro urlo strozzato in gola per un centesimo, sempre in superG, la Coppa di specialità sfumata di un niente, e poi Åre, dieci giorni di grandi allenamenti già in piena emergenza Coronavirus. Fino a quella telefonata di Gianluca Rulfi che annunciava “la Guerra è finita, hai vinto”…

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gianmario.bonzi@gmail.com

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Foto: Pentaphoto.

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