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Roland Fischnaller, snowboard: “La cura del corpo il segreto della mia longevità. Sogno Milano-Cortina 2026”

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A 39 anni Roland Fischnaller, fenomeno azzurro dello snowboard parallelo, è stato autore di una stagione a dir poco favolosa. Il nativo di Bressanone ha conquistato il successo finale nella Coppa del Mondo generale di parallelo, primo italiano a riuscirci, e si è imposto anche nella Coppa di specialità di PGS. Nonostante l’età, Roland non ha alcuna intenzione di arrestare la sua marcia trionfale e ora punta all’unico alloro che ancora gli manca: una medaglia olimpica del metallo più prezioso. Fischnaller si è confidato con noi di OA Sport e ci ha raccontato la sua annata strepitosa e i segreti della sua longevità.

Roland, innanzitutto ti volevo chiedere come stai vivendo questa situazione particolare dovuta al Coronavirus e se quest’emergenza possa influire sul tuo percorso d’avvicinamento alla stagione 2020/2021?

“Io sto molto bene, come tutti sto chiuso in casa, ma per fortuna ho un grande giardino e posso distrarmi lavorando nel mio orto. Poi, sai, ho tre bimbi, dunque c’è sempre qualcosa da fare qua. E’ un momento delicato, ma passando il tempo in famiglia riesco a trovare un po’ di serenità. La prossima settimana inizierò a fare i primi allenamenti. Onestamente, l’unico problema in ottica stagione che verrà è che ci toccherà aspettare l’estate per provare i materiali”.

Passiamo a parlare di snowboard. Raccontaci un po’ questa stagione che ti ha visto diventare il primo italiano a vincere la Coppa del Mondo generale di parallelo.

“Erano tanti anni che inseguivo questo traguardo. Dopo cinque secondi posti e tre terzi, sapevo che potevo conquistare il successo. Già mentre mi preparavo per la stagione sullo Stelvio avevo ottime sensazioni. Abbiamo fatto un lavoro d’avvicinamento alle gare eccelso e con la nuova tavola ho subito trovato un grande feeling. Inoltre, sono stato fortunato a non farmi mai male. In questo sport anche il più piccolo degli infortuni può costarti caro. Ho battuto tutti già nella seconda tappa. Dopodiché è arrivata Cervinia, dove ogni anno mi esalto, e là ho costruito quel vantaggio a livello psicologico sui miei avversari fondamentale per difendere la leadership della classifica fino alla fine della manifestazione”.

Ti è rimasto un po’ d’amaro in bocca per la chiusura anticipata della stagione che ti ha impedito di vincere anche la Coppa del Mondo di specialità di PSL?

“Sicuramente avrei potuto vincere anche quella. Anzi, ti dico che sono abbastanza sicuro che ce l’avrei fatta. Tuttavia, quando vinci la generale e anche la coppa di specialità di PGS, avere l’amaro in bocca è impossibile. La tripletta sarebbe stato qualcosa di storico e continuerò a inseguirla. La salute, però, è la priorità ed è giusto che abbiano fermato anzitempo la stagione”.

Tu sei un po’ come il buon vino, hai 39 anni, ma vai sempre più forte. Nel parallelo si affacciano alcuni giovani interessanti,  ad esempio  il 20enne russo Loginov, ma sulla cresta dell’onda ci sono sempre i veterani come te e il tuo coetaneo Prommegger. Qual è, se c’è, il segreto di questa longevità? L’esperienza, nel parallelo, conta anche più che in altri sport?

“L’esperienza è importantissima e, ti dirò di più, non conta solo in gara. Anzi, nella preparazione è anche più importante. Questi ragazzi giovani hanno tantissimo talento, ma non conoscono il loro fisico. Non lo sanno curare in ogni minimo dettaglio come facciamo noi. Sai, il corpo di un atleta di quasi 40 anni, non è come quello di un venticinquenne. Non puoi permetterti di trascurarlo nemmeno per un attimo, altrimenti sei spacciato. Io e Prommegger abbiamo fatto la prima gara insieme oltre 25 anni fa. Ormai sappiamo tutto del nostro fisico. Io pongo l’attenzione su ogni minimo dettaglio del mio corpo quando mi alleno e questo, alla fine, mi permette di presentarmi alle competizioni più in forma di tanti ragazzi fortissimi i quali, però, non danno il giusto peso a tanti piccoli particolari che sono fondamentali per chi ambisce a primeggiare in Coppa del Mondo”.

Nella tua carriera manca solo un oro olimpico. Appuntamento a Pechino 2022. Dopodiché pensi che ti fermerai, oppure vuoi continuare fino ai Giochi di casa di Milano -Cortina 2026?

“Al momento ti dico che mi piacerebbe continuare fino a Milano-Cortina 2026. Per un italiano come me, partecipare a un’Olimpiade davanti al pubblico amico è un’occasione troppo ghiotta. Allo stato attuale delle cose non vedo motivi per smettere prima. Il mio fisico è in salute, sono forte come non mai e fare la vita da atleta, al giorno d’oggi, è molto più facile che in passato. Lo Stelvio, dove mi alleno, è dietro l’angolo e questo mi permette di potermi dedicare allo snowboard senza tralasciare la mia famiglia. Poi, se un giorno mia moglie e i miei figli mi vorranno più presente a casa, allora dirò basta. I miei cari sono sempre al primo posto. Attualmente, tuttavia, abbiamo trovato un equilibrio eccellente. Riesco a dare il giusto spazio ad ambedue le cose e quando vinco a casa sono tutti più contenti”.

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Foto: FISI-Pentaphoto

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