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Biathlon, Dorothea Wierer è una meraviglia tutta italiana che ha saputo elevarsi allo status di leggenda

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Never stop believin’. Il biathlon chiude oggi la sua stagione che, di fatto, significa anche l’inizio di un periodo di stop per tutto lo sport in seguito ai recenti avvenimenti legati alla pandemia COVID-19, e lo fa con una prova che racchiude in sé perfettamente la propria essenza. Un inseguimento pazzo che ha tenuto col fiato sospeso fino all’ultimo secondo, quello di Kontiolahti 2020, lasciando alla fine però una sentenza unica e incontrovertibile. Dorothea Wierer si è riconfermata padrona della Coppa del Mondo femminile, trionfando per la seconda volta consecutiva.

Solo questo basterebbe a rimarcare l’importanza di quanto è accaduto oggi, visto che nessuno negli ultimi 18 anni era più riuscito in tale impresa leggendaria. Un successo che corona al meglio una stagione pazzesca dove la ventinovenne altoatesina si è messa al collo quattro medaglie iridate di cui due ori individuali, dove sono arrivati sette podi e la Coppa di specialità della mass start che si aggiunge a quelle già in saccoccia di 15 km (2016) e inseguimento (2019).

Tuttavia l’importanza di Dorothea non può essere racchiusa in cifre statistiche e numeri che entreranno comunque negli annali. Il suo percorso è quello di una predestinata fin da piccolina, che ha cominciato a vincere molto presto e ha finito per trascinare un intero movimento, quello italiano, fino a portarlo a raggiungere una nuova dimensione. Sì, perché il fenomeno Wierer è alla base di tutto quanto di buono si sta riuscendo a produrre a livello giovanile negli ultimi anni, portando soldi e fama nel nostro territorio, contribuendo significativamente a far conoscere il biathlon in Italia. Spesso, specialmente nelle ultime stagioni, le sue prestazioni sono parse anche saper sopperire ad alcune scelte più discutibili che potevano portare risultati decisamente meno soddisfacenti, caricandosi sulle piccole ma solidissime spalle tutto il peso e la responsabilità di essere una numero 1.

Lo status di Wierer come atleta in Coppa del Mondo non è però sempre stato quello, ormai consolidato, della leggenda. Fino alla scorsa stagione – e in particolare all’edizione dei Mondiali disputati in Svezia – infatti l’azzurra aveva ampiamente preso possesso del ruolo di più forte italiana di sempre, ma a livello internazionale sembrava faticare a compiere quell’ultimo passo per arrivare alla consacrazione definitiva. Le qualità al poligono sono sempre state assolute, la rapidità di rilascio colpi ha cominciato a fare scuola ormai tanti anni fa e le percentuali sono sempre state un punto di forza del suo arsenale. Ciò che mancava era un ultimo step sugli sci stretti, che è magicamente arrivato negli anni della piena maturità agonistica, coincisi con i ritiri delle due più pericolose rivali quali la bielorussa Darya Domracheva e la tedesca Laura Dahlmeier.

Si è aperta una finestra che poteva e doveva fare gola a tante, e dal gruppo è emersa prepotentemente Dorothea Wierer, con tutto il suo carattere e la propria grinta. La miglior testimonianza di quanto detto sono stati i risultati nelle sprint, da sempre il format nel quale l’azzurra era costretta a difendersi per poi giocarsi il tutto per tutto sui quattro poligoni. Quando è arrivato il trionfo del 2019 quasi tutti in estate avevano dato per chiuso il cerchio di una carriera, pronti a salire sull’invitante carro di Lisa Vittozzi per il futuro. Peccato che Doro avesse piani molto diversi e, libera da ogni pressione, ha saputo costruirsi nuovamente un margine fondamentale di punti nelle prime tappe, che è servito a sopperire al calo pre-Mondiale dovuto ad alcuni problemi alla schiena. Anterselva è stato un trionfo, ma il destino aveva in serbo ancora un po’ di dramma e sofferenza per l’italiana. È servita infatti una superlativa prova proprio nel fondo a Wierer per arginare un tiro che anche oggi aveva tradito più del dovuto, terzo tempi sugli sci addirittura davanti a Eckhoff, che tanto ha fatto tremare tutti. Alza le braccia Dorothea e scappa una lacrima a tutta l’Italia, nel momento più difficile e cupo, riunita dalle imprese della sua regina. 

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michele.brugnara@oasport.it

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Foto: LaPresse

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