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“Sarà durissima ripetere Östersund 2019, ma ad Anterselva 2020 può arrivare un oro” ‘Bersaglio Mobile’ con René Laurent Vuillermoz

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Giovedì 13 febbraio prenderanno il via i Mondiali di Anterselva 2020. Per undici giorni la località altoatesina sarà il palcoscenico privilegiato di tutti gli sport invernali, poiché l’evento sarà indiscutibilmente uno degli highlights della stagione 2019-‘20, priva di appuntamenti iridati in molte discipline Fis.

La decima puntata di “Bersaglio Mobile”, la rubrica di approfondimento e analisi tenuta in compagnia dell’ex azzurro Renè Laurent Vuillermoz, verte quindi principalmente sul Mondiale italiano, presentato in tutti i suoi aspetti.

René, cominciamo dal contesto di gara. Cosa ci puoi dire di Anterselva?
“La caratteristica principale di Anterselva è la quota, nel senso che è piuttosto in alto e tanti atleti tendono a patire questo fatto. Però non bisogna dimenticare che spesso vi si gareggia subito dopo le tappe tedesche, collocate decisamente più in basso, senza alcun genere di preparazione specifica. Invece, avere l’opportunità di avvicinarsi con calma a un Mondiale, può permettere di digerire più facilmente la quota a chi la soffre”.

Passiamo alla pista, quali sono i suoi connotati?
“La pista non ha grossi dislivelli, essendo priva di dure salite spacca-gambe. È abbastanza regolare e questo significa che bisogna lavorare tutto il tempo, senza avere un istante per riposare o recuperare, eccezion fatta per la lunga discesa nel prato. Pertanto è necessario essere sempre molto lucidi, perché il tracciato è pieno di curve in cui si deve mantenere alta la velocità. Infatti, se ci si distrae e non si lavora adeguatamente, si fa in fretta a perdere tempo. La pista quindi è tra virgolette ‘facile’, ma ciò significa che in realtà è un contesto molto ‘difficile’ perché, come ho già detto, non bisogna mai mollare. Per essere competitivi è obbligatorio rilanciare sempre e generare tanta velocità sotto gli sci. Nel fondo non è semplice guadagnare tempo, ma se ci si rilassa si può perderne parecchio! Qui, quelli che possono fare la differenza, sono i combattenti. Quelli che stringono i denti e non mollano mai. Inoltre non dimentichiamoci di un fatto. Nel bosco c’è un tipo di neve spesso diversa rispetto al prato e allo stadio. Sovente, gli skimen hanno grossi grattacapi, perché devono trovare un compromesso sui materiali”.

Il poligono invece com’è?
“È uno dei più delicati del circuito. Sia per la quota, sia per la luminosità, sia per come ci si arriva. È un poligono che va dominato psicologicamente, non bisogna avere paura di attaccarlo, perché appena si va in difesa non perdona. Infatti non ti permette di essere passivo e, vista la luminosità, ci vuole un focus sul centraggio del bersaglio ancora maggiore rispetto al solito. Se poi c’è parecchio vento, come di tanto in tanto capita, bisogna tenere le antenne dritte, perché è un attimo farsi 2 o 3 giri di penalità come se nulla fosse”.

Passiamo all’aspetto agonistico e parliamo delle chance di medaglia italiane seguendo “la scala Ambesi”. Ovvero:
GARA 5 STELLE –
L’italiano è il favorito per la medaglia d’oro. Non vincere, significa restare delusi.
GARA 4 STELLE –
L’italiano può vincere, ma se non ce la fa non è una delusione. L’obiettivo è comunque ottenere una medaglia.
GARA 3 STELLE –
L’italiano può salire sul podio, ma se non ci riesce non è una delusione.
GARA 2 STELLE –
Perché l’Italia salga sul podio serve un miracolo.
GARA 1 STELLA –
Nessuna possibilità di salire sul podio.

Partendo da questa scala, tu come classificheresti le gare in chiave Italia?
“Nessuna gara a cinque stelle. Invece darei quattro stelle a ognuna delle gare individuali femminili, alla staffetta mista e, forse, alla single mixed. Quest’ultima però potrebbe anche essere considerata a tre stelle. Le competizioni sicuramente a tre stelle sono invece tutte le gare individuali maschili e la staffetta femminile. Infine, darei due stelle alla staffetta maschile”.

Perfetto, allora fatta questa premessa, se dovessi chiederti che bottino ti aspetti dall’Italia, tu cosa mi risponderesti?
“Secondo me sarà durissima ripetere Östersund 2019. Due ori e cinque medaglie complessive sono veramente tanta roba. Quindi, non bisognerà essere delusi se il bilancio sarà inferiore. Soprattutto, sarà molto complicato raccogliere due ori. Secondo me uno può arrivare, con l’inseguimento femminile e l’individuale femminile a rappresentare le chance maggiori. Però ti dico che non sarei sorpreso di vedere una gara con due azzurre sul podio, fatto che mi pare non sia mai avvenuto ai Mondiali nella storia del settore femminile. Per quanto riguarda gli uomini, invece sarà dura. Già infilarsi tra i norvegesi e i francesi non sarà semplice, se poi consideriamo che anche i tedeschi sono in crescita, ci rendiamo conto di quanto sia alta la concorrenza. Se dovessi indicare la possibilità più grande, direi Hofer nell’individuale. Poi c’è sempre Windisch, che magari tirerà fuori il coniglio dal cilindro quando meno ce l’aspettiamo”.

Ora ti faccio la domanda che temi di più, ma stai sicuramente aspettando…
“Fammi indovinare. Riguarda la composizione delle staffette?”

Esattamente! Ormai sono come il Festival di Sanremo, fanno discutere a prescindere. Quindi dimmi, tu cosa faresti? Partiamo dalle donne.
“Sai, alla fine non è escluso che la formazione migliore possa essere quella più collaudata. Ovvero Vittozzi, Gontier, Wierer e Sanfilippo. Lisa al lancio può tirare una bella legnata a tutte. Nicole si troverebbe nella frazione meno complicata da gestire sul piano mentale. La terza frazione è spesso quella decisiva, quindi si andrebbe a mettere la nostra punta di diamante. Infine a chiudere ci sarebbe Federica, che in passato ha dimostrato di sapere gestire anche una grande pressione sulle spalle. Con questo quartetto da un lato si giocherebbe in difesa, ma dall’altro potrebbe essere quello che garantisce più possibilità di medaglia. Lo dico pur storcendo il naso pensando a Vittozzi in prima, ma la coperta è corta e bisogna fare di necessità virtù. Infine non bisogna dimenticare che abbiamo dato tre stelle a questa gara, quindi se non dovesse arrivare il podio, sarebbe scorretto parlare di delusione”.

Ti do una chiave di lettura parallela. Se anziché Nicole Gontier si decidesse di puntare su un’atleta più solida al tiro come Irene Lardschenider?
“Sai, se ci fosse una tiratrice che avesse la competitività dell’Alexia Runggaldier del 2017, allora non avrei dubbi a mettere lei al lancio. Poi si potrebbe decidere in che ordine mettere Dorothea, Lisa e Federica. Però purtroppo quell’atleta non c’è, quindi non è un’opzione praticabile. Comunque, io allargherei il discorso. Non escludo a priori Michela Carrara e Irene Lardschneider. Tuttavia, secondo me, sarebbe meglio affidarsi a un’atleta più navigata come Nicole Gontier. Michela ha appena esordito in Coppa del Mondo, sta ancora prendendo le misure con il massimo circuito e lo sta facendo bene. Proprio per questo, mi auguro le sia dato il tempo di crescere. Disputare una staffetta iridata non è mai banale, figuriamoci in un Mondiale di casa! Lo stesso discorso vale per Irene, che ha ancora meno esperienza nel massimo circuito”

Passiamo al settore maschile. Tu come metteresti giù la staffetta italiana?
“Sai cosa ti dico? Visto che di chance di medaglia ce ne sono poche, io mi giocherei una formazione azzardata. Cappellari al lancio e Bormolini in seconda, per poi chiudere con Hofer e Windisch. Dico così perché al lancio, soprattutto nel primo giro, non c’è un ritmo forsennato. Quindi Daniele, con il suo tiro, potrebbe gestire la situazione. Se poi si resta in quota dopo metà gara, si può pensare di sognare. Mi rendo conto che così facendo si rischia, però non ci sono grandi speranze di podio, quindi tanto vale provarci. Alla fine, non abbiamo nulla da perdere”.

Chiudiamo dando uno sguardo di carattere internazionale. Cominciamo dagli uomini.
“Sono curioso di vedere Fourcade, perché ad Anterselva ha sempre fatto fatica e non è un amante della quota. Quindi vedremo cosa combinerà, soprattutto contro un Johannes Bø che arriverà tirato a lucido. Poi i nomi sono i soliti. Martin a parte, la Francia ha tante carte da medaglia e, come ho già detto, i tedeschi sono in crescita. Invece non vedo bene i russi, che secondo me faticheranno a salire sul podio. Le uniche carte da medaglia possono essere Loginov ed Eliseev, ma non sarà semplice. Stanno vivendo una fase di grossa difficoltà”.

Infine, chiudiamo con le donne.
“Mi aspetto grande battaglia. In particolare tra le azzurre e le nordiche. In tal senso attenzione, soprattutto, alle svedesi. Inoltre non sottovaluterei Kaisa Mäkäräinen, che potrebbe essere al suo ultimo Mondiale e vorrà sicuramente chiudere in bellezza la sua carriera in una località che ama. Infine le francesine e la Herrmann possono rompere le uova in parecchi panieri, nel caso dovessero sparare bene. Insomma, fra le ragazze vedo una bagarre generale e ci sarà sicuramente da divertirsi”.

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paone_francesco[at]yahoo.it

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Foto: La Presse

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