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Ciclismo su pista, il palmares di Filippo Ganna: 4 ori mondiali come Porter, una leggenda che a 23 anni non vuole fermarsi

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Col successo odierno Filippo Ganna entra defintivamente nella storia dell’inseguimento individuale. L’azzurro vince il suo quarto titolo mondiale tra gli elite ed eguaglia il record del britannico Hugh Porter. Inoltre, Filippo oggi è diventato il terzo atleta nella storia a vincere tre titoli iridati consecutivi tra gli Elite dopo le leggende Guido Messina e Roger Riviere. E’ il primo, inoltre, a raggiungere questo traguardo da 60 anni a questa parte, dato che i tris di Riviere e Messina risalgono ambedue agli anni ’50 (’54, ’55, ’56 l’azzurro e ’57, ’58, ’59 il francese).

Per quanto concerne la sola gara elite, ora Filippo detiene tutti i record. Se consideriamo anche la gara dei dilettanti che si è svolta fino ai primi anni ’90 e il cui livello, data la presenza di tutti i migliori atleti del blocco sovietico, era simile a quella dei professionisti, a Ganna manca comunque un solo successo iridato per eguagliare il record di cinque Mondiali complessivi di Messina e quello di quattro titoli consecutivi del solito Messina e del neerlandese Tiemen Groen.

A soli 23 anni, Ganna è già da considerarsi uno dei più grandi inseguitori di tutti i tempi. Di questo passo, a meno che le sirene della strada non lo distraggano troppo, è destinato a battere tutti i record. Quello che ha fatto nell’ultimo lustro ha semplicemente dell’incredibili: cinque finali consecutive con una sola battuta d’arresto. Ritenerlo il più forte inseguitore nella storia del Bel Paese, nonostante la concorrenza di fuoriclasse come Fausto Coppi, Guido Messina e Leandro Faggin, ormai sembra tutto fuorché fuoriluogo.

Bisogna tornare ai tempi di Roger Riviere, irraggiungibile al primo posto nella classifica dei più grandi inseguitori di sempre, e Tiemen Groen per ritrovare degli atleti capaci di dettare legge con tale superiorità. Ganna, però, ha la possibilità di estendere il suo dominio per un arco temporale decisamente superiore a quello dei due sopraccitati. La carriera di Riviere, il quale ha vinto tutti i Mondiali a cui ha partecipato in un’epoca in cui i rivali si chiamavano Messina, Faggin, Baldini e Anquetil, si è conclusa tragicamente nel momento in cui, a soli 24 anni, cadde in un burrone al Tour de France del 1960. Quella di Groen, invece, finì quando il neerlandese a 22 anni, con quattro Mondiali in tasca, decise di dire basta con il ciclismo.

Filippo, al contrario, non ha alcuna voglia di smettere e può regalarci ancora molte di queste notti. Peccato solamente per la decisione senza senso dell’UCI di levare l’inseguimento individuale dal programma olimpico. Un atleta dal talento di portata storica come Ganna, meriterebbe di poter vincere anche l’oro olimpico nella sua specialità, che è una delle più nobili e antiche che il ciclismo su pista possa offrire.

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luca.saugo@oasport.it

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Foto: Lapresse

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