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Atletica, un anno di squalifica per Martina Caironi, ma la scadenza sarà il 9 marzo

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Giungono novità importanti per Martina Caironi. L’azzurra, oro alle Paralimpiadi di Londra 2012 nei 100 metri e portabandiera dell’Italia nei Giochi Paralimpici di Rio 2016, era stata trovata positiva per aver usato una pomata per curare un’ulcera al moncone della gamba amputata ma solo dopo aver consultato il medico federale. La sostanza rinvenuta dalle analisi era uno steroide anabolizzante che, solitamente, porta a una squalifica di quattro anni dalle competizioni.

Tuttavia il Tribunale nazionale antidoping ha riconosciuto la non intenzionalità e la necessità terapeutica di questo caso particolare, infliggendo un anno di squalifica a Caironi. Il Tna però, come rivelato dall’Ansa, ha accolto l’istanza formulata dall’atleta e ha dunque sospeso di otto mesi la squalifica inflitta, tenuto conto del periodo di sospensione già scontato dalla diretta interessata. Pertanto, la scadenza della sanzione sarà il prossimo 9 marzo e potrà partecipare ai Giochi di Tokyo 2020.

Ringrazio chi mi ha sostenuto e chi ha creduto in me. Sono stati mesi difficili ma ora non vedo l’ora di tornare ad allenarmi e alle gare. E’ stata compresa la mia buona fede e la necessità di curarmi. Hanno prevalso rispetto delle regole e buonsenso. Desidero che questa vicenda che mi ha coinvolta non si ripeta con nessun altro“, le parole dell’atleta, a cui si è associato l’avvocato dell’azzurra Giovanni Fontana: “Va sottolineata una cosa: Martina Caironi ha avuto solo la necessità di curarsi e si è fidata delle indicazioni datele da chi era preposto a questo compito. Il Tribunale ha riconosciuto la sua buona fede. Lei non si è dopata, durante il dibattimento è emerso in modo chiaro che l’uso di quel medicinale era a scopo terapeutico e non a fini di doping” (fonte: comunicato stampa).

 

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Foto: LaPresse

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