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Judo, il 2020 dell’Italia: Manuel Lombardo guida la carica dei giovani. L’olimpionico Fabio Basile sogna la redenzione

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Il 2019 è ormai agli sgoccioli e per noi è già arrivato il momento di proiettarci alla prossima stagione analizzando le ambizioni e le prospettive della Nazionale italiana di judo soprattutto in vista dei Giochi Olimpici di Tokyo, obiettivo primario dell’intero quadriennio. Al momento Manuel Lombardo e Odette Giuffrida rappresentano le uniche due certezze del movimento tricolore, con il 21enne torinese esploso definitivamente nell’ultimo biennio anche a livello senior (dopo aver centrato la doppietta d’oro Europeo-Mondiale junior nel 2018) e la 25enne romana tornata finalmente sui livelli che le hanno permesso di conquistare la medaglia d’argento ai Giochi di Rio 2016.

Alle spalle di questi due fantastici atleti, entrambi praticamente certi della qualificazione a Cinque Cerchi, c’è una squadra molto interessante e talentuosa composta da elementi di alto profilo incapaci però di raggiungere costanza di rendimento. Risponde indubbiamente a questo identikit Fabio Basile, capace di strabiliare il mondo del judo a Rio con uno storico oro nei -66 kg prima di intraprendere un quadriennio abbastanza complicato in cui è passato di categoria ai -73 kg. Il campione nativo di Rivoli, nonostante i due brillanti piazzamenti sul podio raccolti negli Slam di Parigi ed Ekaterinburg, deve ancora guadagnarsi il pass per il Giappone (attualmente sarebbe ripescato con la quota continentale) sul campo nei prossimi mesi per poi recitare il ruolo di mina vagante imprevedibile al torneo olimpico.

Abbiamo già parlato in precedenza di Lombardo e della sua incredibile ed improvvisa ascesa ai vertici globali della sua categoria, ma il Bel Paese potrebbe dover ancora raccogliere pienamente i frutti dello storico Mondiale Junior 2018 di Nassau in cui furono addirittura tre le medaglie d’oro collezionate complessivamente dalla selezione nostrana. In quell’occasione salirono sul gradino più alto del podio anche Christian Parlati nei -81 kg e Alice Bellandi nei -70 kg, due ragazzi classe 1998 dotati di un talento cristallino espresso fino a questo momento solo a sprazzi nel World Tour.

Il primo obiettivo da raggiungere nel 2020 sarà quello della qualificazione per Tokyo (in discesa per Parlati, più in bilico per Bellandi), ma l’impressione è che con qualche mese in più di esperienza nel circuito maggiore possano effettuare il salto di qualità necessario per puntare al bersaglio grosso in un grande evento. Per la Nazionale azzurra sembra profilarsi la possibilità di portare ai Giochi una spedizione abbastanza nutrita (dai 5 agli 8 atleti) ed ambiziosa, con due punte e molti outsider (tra cui Maria Centracchio, bronzo europeo nei -63 kg) capaci di far saltare il banco nella “giornata buona”.

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Foto: IJF

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