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Ginnastica, Mondiali 2019: Italia, surreale ma bello. Un bronzo da leggenda che cambia la storia, le Fate l’hanno fatta grossa

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Quanto successo martedì 8 ottobre alla Schleyer Halle di Stoccarda rimarrà per sempre nella storia della nostra ginnastica artistica, cinque Fate hanno reso possibile l’impossibile e ci hanno spedito al settimo cielo, dove i sogni diventano realtà. “Surreale, ma bello”, giusto per citare una celeberrima battuta pronunciata da Hugh Grant in Notting Hill, una perla da inguaribili romantici che calza a pennello con l’impresa compiuta dalle ragazze di Enrico Casella: qualcosa che va oltre l’immaginabile e che proprio per questo motivo è ancora più splendido, qualcosa di così speciale che verrà ricordato nei decenni a seguire e che verrà tramandato ai posteri.

L’Italia ha conquistato la medaglia di bronzo nella gara a squadre dei Mondiali 2019 di ginnastica artistica, la nostra Nazionale è riuscita a salire sul podio della gara regina, nell’evento che valuta la forza e la bontà del movimento di un intero Paese. E il piccolo Stivale, con appena 130mila tesserati (sommando tutte le discipline, compresa la la GpT), è riuscito a battagliare alla pari con autentiche corazzate che hanno indubbiamente una marcia in più per tradizione, risorse economiche, bacino a cui attingere. I miracoli, però, a volte si avverano e anche un’autentica Cenerentola, che fino a 17 anni fa nemmeno sapeva cosa fosse una finale di specialità a livello individuale in una rassegna iridata, è riuscita a fare saltare il banco.

La piccola Italia ha messo in ginocchio la Cina, si è accomodata al banchetto delle grandi alle spalle di superpotenze come USA e Russia, si è cibata di un bronzo mitologico che segna davvero un’epoca. L’impresa più grande della nostra storia ginnica? Scalfire l’apoteosi di Vanessa Ferrari ad Aarhus 2006 è molto difficile anche perché senza la Farfalla di Orzinuovi forse non si sarebbe nemmeno potuti ad arrivare a questo per una serie di concause ma indubbiamente quanto compiuto dalle Fate resta nel mito. Giorgia Villa, Asia D’Amato, Alice D’Amato, Elisa Iorio, Desiree Carofiglio: quattro sedicenni e una diciannovenne hanno riportato il tricolore sul podio iridato nel team event dopo 69 anni (ma quella era tutta un’altra ginnastica).

La nostra Nazionale ha dimostrato che il duro lavoro può portare a certi risultati, Enrico Casella aveva pensato a questo progetto e poi lo ha plasmato credendo fermamente in una medaglia internazionale col quintetto: sembrava utopia e invece ha reso possibile l’impossibile, doveva farlo alle Olimpiadi di Tokyo 2020 e invece si è arrivati con un anno di anticipo sperando che la classe 2003. Ci sono ancora margini di miglioramento a trave e corpo libero per poter puntare in alto, a Stoccarda ci si è qualificati alla finale per appena tre centesimi e poi nell’atto conclusivo ci si è scatenati. Ai Mondiali sono soltanto mancate delle Finali di Specialità ma davvero è un discorso marginale visto quanto ottenuto con la squadra, attenzione perché la migliore Giorgia Villa senza errori può seriamente lottare per una medaglia nel concorso generale individuale ma questa è tutta un’altra storia.

 

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Foto: Simone Ferraro/FGI

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