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Ginnastica, Jury Chechi critica l’Italia maschile: “La non qualificazione alle Olimpiadi? Un fallimento, nessuno lo ammette”

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Jury Chechi è pronto per festeggiare il suo cinquantesimo compleanno, tra due giorni spegnerà le candeline su una delle torte più importanti della vita di un uomo, il traguardo di mezzo secolo porta inevitabilmente a tracciare un bilancio e a guardare al passato con un pizzico di nostalgia. Il Signore degli Anelli, una delle figure simbolo della nostra ginnastica artistica, ha rilasciato un’intervista a Repubblica e si è soffermato sui Mondiali che si stanno disputando a Stoccarda, criticando la mancata qualificazione dell’Italia maschile alle Olimpiadi di Tokyo 2020: “Per la seconda volta consecutiva la squadra maschile non si è qualificata per le Olimpiadi. Ho anche letto cose strane, come se nessuno avesse capito il senso di questo rovescio. Mi chiedo perché manchi la giusta umiltà per ammettere che è stato un fallimento e per rimboccarsi le maniche. Sono stupito e rifletterei, non vinciamo un oro maschile dal 2004“.

Il toscano rivela poi un aneddoto, spiegando cosa ci sta dietro al suo trionfo agli anelli alle Olimpiadi di Atlanta 1996: “Siamo riusciti a trasformare una criticità estrema in opportunità. Non bastava dire: l’affronto. Andava sfruttata. Col tendine d’Achille rotto dove sarei andato a parare? Trovata la soluzione: concentriamoci sulla sospensione degli anelli, dovevo staccarmi da terra. A un anno dall’incidente, ai Mondiali di Birmingham del 1993, mentre ormai al corpo libero ero diventato una pippa, dissi alla Federazione: “Datemi gli anelli, ho l’esercizio pronto”. Vinsi l’oro. Era la mia strada, senza l’infortunio non l’avrei trovata“. Cosa fa adesso Jury Chechi?: “Mi occupo di pubbliche relazioni, ho la mia academy a Prato e un agriturismo a Ripatransone, vicino a San Benedetto del Tronto, dove produco vino. E poi cerco di essere felice“.

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