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Volley, Europei 2019: la magia della piccola Slovenia, una squadra “italiana” in finale. Numero di Giuliani, Russia e Polonia inginocchiate

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Un Paese di due milioni di abitanti (praticamente la stessa popolazione di Milano), una nazione sportivamente forte che nell’ultimo mese ha vinto la Vuelta di Spagna con Primoz Roglic (già terzo al Giro d’Italia) e che ieri sera ha compiuto un’autentica impresa sportiva. Questa è la Slovenia, una nazione molto piccola ma che ha deciso di investire tantissimo sullo sport e che in molte discipline è in grado di tenere testa alle corazzate: ieri la squadra di volley maschile ha mandato in estasi i quasi 12mila spettatori del Dvorana Center Stozice di Lubiana battendo la Polonia e qualificandosi alla finale degli Europei. Un miracolo agonistico degno di nota perché i Campioni del Mondo erano i grandi favoriti della vigilia, trascinati da Wilfredo Leon, quello che è considerato il giocatore più forte in circolazione. I balcanici, però, non hanno lasciato scampo ai fenomeni biancorossi, si sono imposti per 3-1 e si sono guadagnati l’atto conclusivo della rassegna continentale da disputare domenica pomeriggio contro la vincente di Francia-Serbia.

La Slovenia aveva già giocato la finale quattro anni fa (perdendo contro la Francia dopo aver liquidato a sorpresa l’Italia in semifinale) ma questa volta si è davvero superata nella propria capitale perché ai quarti di finale ha sconfitto la Russia campione d’Europa dei vari Mikhaylov e Muserskiy, poi ha gettato ancora il cuore oltre l’ostacolo mettendo in ginocchio i candidati principali al titolo, che tra l’altro li avevano battuti a metà agosto nel preolimpico. E ora la speranza dell’impresa a Parigi per consacrarsi definitivamente, il sogno non può interrompersi ancora una volta sul più bello. I segreti di questa impresa? Indubbiamente il sostegno di un pubblico così caloroso ha fatto la differenza, ma poi ci sono altri fattori, come la guida esperta di coach Alberto Giuliani: il 54enne marchigiano, dopo aver vinto tre scudetti in Italia (uno con Cuneo e due con la Lube), ha ottenuto discreti risultati con la Slovacchia e da gennaio siede sulla panchina balcanica, che nel recente passato era stata di Andrea Giani (fu lui ad ottenere la finale del 2015).

In campo tanti giocatori che hanno militato o militano nella nostra SuperLega, dove sono cresciuti molti punti di riferimento della Nazionale rivelazione della manifestazione e che non ha ancora conquistato il pass per le Olimpiadi di Tokyo 2020 (ci proverà nel torneo di gennaio dove affronterà, tra le altre, Francia, Serbia, Olanda, Germania). Gli schiacciatori Tine Urnaut (ex Trento e Modena) e Klemen Cebulj (ex Ravenna, Civitanova e Milano, a Trento da ottobre), gli opposti Mitija Gasparini (ex Verona) e Toncek Stern (Latina) in grado di alternarsi tra loro, i centrali Jan Kozamernik (Milano) e Alen Pajenk (ex Verona). Gli unici a non aver giocato in SuperLega, per quanto riguarda la formazione titolare, sono il palleggiatore Dejan Vincic ed il libero Jani Kovacic. Una vera e propria Ital-Slovenia, che ora è a un passo dall’oro. La Polonia, due volte consecutive campione del Mondo, rimanda l’appuntamento con quel titolo continentale vinto soltanto una volta nella storia (2009), e nemmeno l’inserimento di Wilfredo Leon ha aiutato gli uomini di Vital Heynen a fare saltare il banco.

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Foto: CEV

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