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Ciclismo

Giro d’Italia 2020, Etna in pole position: arrivo terribile a 2850 metri, cronometro con pendenze al 22%. Tutti gli scenari

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Il Giro d’Italia 2020 potrebbe arrivare in cima all’Etna, fino ai piedi del cratere di Nord-Est: una tappa della prossima Corsa Rosa potrebbe infatti giungere a Piano delle Concazze, addirittura a 2850 metri s.l.m.! La linea del traguardo sarebbe posta davvero molto vicina al cratere del vulcano più alto d’Europa, sarebbe un avvenimento epocale che sta concretamente prendendo corpo come riporta MeridioNews.

Il primo passo verso l’organizzazione di un tappone leggendario è già stato fatto, il vulcanologo Marco Neri (primo ricercatore dell’Ingv di Catania) ha già espresso parere favorevole e ha affermato che la scalata è tecnicamente fattibile e il dossier starebbe già per arrivare agli organizzatori di RCS Sport che lo valuteranno attentamente prima di prendere una decisione. La strada è molto stretta e dunque nel caso si disputerebbe una cronoscalata individuale di circa 27 chilometri, come ha proposto Fabio La Ferla, ingegnere di Trecastagni a cui è venuta questa brillante idea indubbiamente molto affascinante.

Ci sarebbe già una bozza del percorso come indica Meridionews: partenza da piazza di Sant’Alfio a Trecastagni (in provincia di Catania) poi si affiancherà il Castagno dei cento cavalli, la contrada Magazzeni con le lave del 1928, la strada Maravene per attraversare le pinete Cubania e Ragabo in modo da salire sino a Piano Provenzana. A quota 1800 metri s.l.m. si abbandonerebbe dunque la strada asfaltata e si proseguirebbe su un impegnativo sterrato per circa 8,7 chilometri con una pendenza media costantemente in doppia cifra e addirittura dei picchi al 22% per arrivare a Piano delle Concazze in località Pizzi Deneri dove sorge l’Osservatorio Vulcanologico gestito dall’Ingv.

Il dossier redatto da Neri vaglia tutte le criticità ma è chiaro su un aspetto: l’attività dell’Etna non impedisce a priori l’organizzazione di questo evento perché le attività eruttive tipiche del vulcano si mantengono per gran parte dell’anno compatibili con lo svolgimento della corsa. La tappa dovrebbe passare dal Rift di Nord-Est dove non si aprono bocche eruttive da ben 17 anni, bisognerà però adeguare gli ultimi 8,7 km al transito dei ciclisti visto che attualmente è semplice terra battuta. Possibili alternative per rendere ancora più sicura la frazione sono un arrivo a 2600 metri o a 2400, oppure spostare la tappa sul fianco sud utilizzando la pista tra il piazzale del Rifugio Sapienza e il pianoro sopra la stazione di arrivo della Funivia (a 2650 metri).

 

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Foto: Pier Colombo

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