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Ciclismo

Ciclismo, dal Team Sky alla Ineos. Stessi corridori, stessi dirigenti, rendimento differente

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Il Tour de France 2019 è ormai alle spalle, Parigi ha portato sul tetto del mondo il giovane Egan Bernal, il primo colombiano in maglia gialla sugli Champs Élysées. Alle sue spalle il vincitore uscente della Grande Boucle, Geraint Thomas; compagni di squadra, entrambi capitani, entrambi leader del Team Ineos. Quest’ultimo però, nonostante il bottino pieno, non è apparso così brillante come la squadra che era riuscita a dominare quattro volte il Tour con Chris Froome, e una a testa con Bradley Wiggins e Geraint Thomas nelle vesti del Team Sky.

Forse siamo stati abituati fin troppo bene tra il 2012 e il 2018 (eccezion fatta del 2014 e il trionfo azzurro targato Vincenzo Nibali) nel vedere il dominio assoluto del Team Sky dalla prima all’ultima tappa; una corazzata sempre in testa al gruppo, inavvicinabile, ineguagliabile (a volte anche estremamente noiosa). A maggio di quest’anno lo sponsor Sky ha abbandonato il mondo delle due ruote facendo spazio a Ineos. È cambiato il nome, non lo staff, non i corridori, ma il rendimento generale del team sì anche se alla fine, sono sempre i ragazzi di Dave Brailsford a prendersi la maglia gialla: la settima in otto anni.

Erano partiti comunque con un Egan Bernal sì vincitore del Tour de Suisse dopo un rapido recupero dato da un incidente che lo aveva costretto a rinunciare al Giro d’Italia, ma giovane, magari ancora troppo inesperto per riuscire a tenere regolarmente per ben tre settimane; mentre Geraint Thomas era rimasto vittima di una brutta caduta in Svizzera. Eppure i pronostici erano comunque dalla loro parte viste le scorse edizioni. Alla fine li hanno rispettati. Anche se va detto che la loro tattica è stata completamente diversa con una prima settimana tranquilla, ma con una cronosquadre a dir poco ottima. Hanno poi trovato come antagonisti i “lupi” della Deceuninck-Quick Step con un Julian Alaphilippe scatenato e per 2/3 di Tour in maglia gialla e i Pirenei che non hanno visto splendere i ragazzi della Ineos.

Ma poi ecco le Alpi, lo show di Bernal, la ripresa di Thomas e la vittoria finale del giovane colombiano: i britannici vincono ancora, questa volta in rossonero vestiti. Ma obiettivamente il rendimento di tutta la squadra è cambiato. Ottimo sì il lavoro da parte di Jonathan Castroviejo, Michal Kwiatkowski, Gianni Moscon, Wout Poels, Dylan Van Baarle e Luke Rowe (quest’ultimo fino alla squalifica per contatto con Tony Martin nella 17^ tappa), ma nessuno di loro è apparso così tanto brillante come nelle scorse edizioni, al continuo supporto dei capitani; una scelta oppure un qualcosa di naturale, dettato dalla strada, dalla condizione individuale. Però il risultato è sempre e comunque lo stesso. Sky o Ineos che sia il loro dominio al Tour de France non ha ancora voglia di fermarsi.

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@lisa_guadagnini

Foto: Lapresse

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