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Wimbledon 2019, Matteo Berrettini in una nuova dimensione. Ora serve una conferma anche in uno Slam

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Da un anno all’altro, per Matteo Berrettini è cambiato (quasi) tutto. Nell’annata 2018 il romano esordiva a Wimbledon da speranza tra le maggiori che il tennis italiano esprimeva in quel momento, in questo 2019 è diventato una certezza, a 23 anni da poco compiuti, con il suo approdo al numero 20 del mondo.

Non sono solo i tre tornei vinti in questo arco di tempo a confermarne la crescita, ma anche la capacità di giocarsi bene le proprie carte con i migliori, che qualche volta gli torna utile per batterli (ne sa qualcosa Alexander Zverev, che a Roma ha dovuto cedere le armi). In particolare, il suo tennis si sta rivelando una volta di più perfetto per la superficie: con le ripetute, ottime combinazioni servizio-dritto ha messo in fila una serie di otto vittorie consecutive tra Stoccarda e Halle. Una serie, questa, che ha alzato notevolmente le quotazioni di Berrettini, tant’è vero che anche Roger Federer, non proprio uno qualsiasi, s’è accorto di lui: “Ho seguito i suoi risultati e sono rimasto impressionato. E’ da tenere d’occhio in vista di Wimbledon“.

Già, i Championships: lo scorso anno, sulla sacra erba, l’allievo di Vincenzo Santopadre ha colto uno dei suoi primi grandi successi, contro Jack Sock in rimonta al quinto set, con l’americano rimasto vittima di problemi fisici e che, in crisi di risultati, più in là nella stagione sarebbe crollato in classifica (a proposito: nel 2019 ha giocato un solo match, a Melbourne, prima di cadere sulla neve e restare fuori per un tempo indefinito). La successiva sconfitta contro Gilles Simon non ha cambiato di molto le prospettive, anche considerata l’esperienza del francese e la sua capacità di raggiungere più volte il terzo e il quarto turno anche su una superficie che non gli è proprio amica.

Quest’anno Berrettini passerà dalle Doherty Gates con il ruolo di testa di serie, e in base all’algoritmo che tiene conto anche della stagione su erba sarà numero 17: può essere la maniera migliore per farsi strada lungo il tabellone e cominciare ad andare un po’ più in là del terzo turno del Roland Garros 2018, che rimane tuttora il suo miglior risultato a livello Slam. La sua carriera sul circuito maggiore è giovane, dal momento che, nei fatti, è cominciata lo scorso anno, ma potrebbe essere già a un punto di svolta, adesso o nei prossimi mesi. Se c’è una sicurezza, però, è sempre quella: Berrettini il contatto con la realtà non lo perde mai, anche grazie all’ambiente che gira intorno a lui e alla sua stessa mentalità. E questa è una notizia per tanti versi ancora migliore del suo rendimento.

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federico.rossini@oasport.it

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Foto: LaPresse

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