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Basket, Walter De Raffaele spiega il successo di Venezia: “Difesa, la forza delle idee e un gruppo che ha saputo soffrire”

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L’Umana Reyer Venezia ha conquistato il secondo scudetto di basket in tre anni, guidata dal coach Walter De Raffaele. Il tecnico livornese ha rilasciato una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport, in cui ha spiegato innanzitutto il grande valore che ha per lui questo risultato: È il successo più importante, quello che sento più mio. Il titolo del 2017 è stato il momento dell’innocenza, questo della sofferenza”.

Una stagione quindi non facile per la Reyer, che ha saputo però restare unita nel momento che contava di più: Abbiamo dovuto superare molte prove, tenute all’interno dello spogliatoio per rimanere uniti. Non è stata una stagione facile, per tanti motivi. Non solo per gli infortuni. Copio e incollo il pensiero del nostro capitano Haynes: due anni fa lo scudetto era arrivato a sorpresa, quest’anno le aspettative erano molto più alte e pressanti. E intorno è montata tanta negatività, sembrava che non andasse mai bene niente alla Reyer. Perciò dico che abbiamo vinto contro tutto e tutti. Ci sono sempre quelli che vedono il bicchiere mezzo vuoto. Adesso dico loro: cambiate bicchiere, oppure prendetene uno più piccolo».

Lo scudetto è arrivato al termine di una serie spettacolare contro il Banco di Sardegna Sassari, battuto 87-61 in gara-7. La formula del successo viene sintetizzata così da De Raffaele: “È uscito tutto il nostro potenziale difensivo. Non siamo solo una squadra che tira tanto da tre punti. Ha vinto Venezia col suo collettivo, frutto di un lavoro profondo. E di tante buone idee. Ecco: il comune denominatore dei due scudetti è la forza delle idee che sottende un progetto tecnico rigoroso e coerente”.

Tra i protagonisti del successo di Venezia ci sono stati anche diversi giocatori italiani: L’emblema è Valerio Mazzola: per 4 mesi non ha quasi mai giocato, poi nei playoff è diventato titolare. De Nicolao è un play di grande intelligenza e personalità. Tonut è stato straordinario dopo tutto quello che ha dovuto passare negli ultimi due anni. Senza dimenticare Cerella, Giuri e Biligha”.

Dopo questo trionfo il tecnico livornese resta comunque con i piedi per terra e guarda già verso i prossimi obiettivi della sua squadra: Mi ritengo un buon allenatore che ha imparato da tanti maestri. Il primo è stato Alberto Bucci. Mi piace confrontarmi con i guru degli altri sport. Sono amico di Allegri, non solo perché siamo entrambi livornesi. Ho studiato Sacchi e Velasco. Ricominceremo con gli stessi stimoli e la stessa umiltà davanti ad un progetto nuovo che riguarda l’Eurocup. Purtroppo non riusciamo a giocare l’Eurolega. Possiamo arrivarci vincendo la seconda coppa ma adesso non gettateci subito addosso questa pressione”.

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alessandro.farina@oasport.it

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Foto: LaPresse

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