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Pattinaggio Artistico

Pattinaggio artistico, Mondiali 2019: l’opinione di Massimiliano Ambesi. “Non ci sarà un’altra Kostner, ma le giovani italiane possono migliorare”

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Spenti i riflettori della Super Arena di Saitama (Giappone), impianto sportivo che questa settimana sta ospitando i Campionati Mondiali di pattinaggio artistico, abbiamo contattato Massimiliano Ambesi, telecronista dal 2002 di Eurosport ed eccezionale giornalista-analista di sport invernali, le impressioni sulle gare della prima giornata, ovvero i programmi corti delle coppie di artistico e del singolo femminile.

Buonasera Massimiliano; Iniziamo dalla gara femminile…

Partirei da Marina Piredda. Lei è un’ottima atleta che, purtroppo, ha avuto la sfortuna di pattinare nel primo gruppo. Oggettivamente, per il tipo di atleta che è, è stata sottostimata sulle componenti del programma. Strada facendo abbiamo visto pattinatrici andarle davanti di quattro punti anche se non sono così avanti rispetto all’azzurra. Tuttavia non è andata lontana dalla qualificazione e l’avrebbe anche meritata, peccato per quella piccola sbavatura nella combinazione;  ha comunque dimostrato di essere una pattinatrice interessante. Sulle componenti del programma non vale quello che ha preso ma due punti e mezzo in più, e con due punti e mezzo in più cambia la gara“.

Per ciò che concerne la lotta al vertice abbiamo visto Alina Zagitova realizzare una performance di altissimo livello. Rika Kihira invece, come spesso accade, ha avuto un passaggio a vuoto nel triplo axel, stavolta eseguito solo semplice. Quali sono le tue impressioni sulle atlete di punta?

Effettivamente a Rika Kihira il triplo axel nel corto è entrato raramente, nel libero ha invece ben altre percentuali. In qualche modo ci si aspettava che facesse un po’ fatica anche stavolta. Le spiegazioni di questo fatto secondo me non ci sono perché l’ingresso è lo stesso del libero, probabilmente è un discorso mentale. Alina Zagitova mi ha impressionato per la sua magrezza, l’ho vista soprattutto sulle cosce più magra rispetto agli Europei, è veramente tirata a lucido per l’occasione. Penso che alla fine abbia meritato la vetta, da tanto tempo non le vedevo completare la combinazione triplo lutz/triplo rittberger con quel tipo di puntualità; quando la vedi saltare a velocità normale il dubbio sulle rotazioni l’hai sempre per via dei suoi atterraggi, al replay erano impeccabili entrambi i salti della combinazione, il triplo flip nella seconda metà è stato stupendo, sulle trottole è stata ampiamente la migliore. Potremmo discutere sulle attribuzioni riguardanti le componenti del programma, trovo che qualche atleta sia stata sottostimata, come Kaori Sakamoto e Satoko Miyahara che, però, paga dazio per i problemi tecnici legati soprattutto alle rotazioni; questo nuovo regolamento penalizza pattinatrici come lei, come Samodurova o Medvedeva. L’entrata di Miyahara sul triplo rittberger è spettacolare, però è anche obbligata a realizzarla in questo modo per compensare i limiti tecnici ma non so se alla fine sia controproducente o meno. Trovo infine Medvedeva stra pagata sulle componenti del programma, a mio modo di vedere siamo molto indietro rispetto al passato in termini di ricchezza, di passaggi di transizione, di scorrevolezza, di qualità degli elementi. Se dai 36.63 a Medvedeva devi per forza assegnare un punto in più a Zagitova e ti domandi come sia possibile che Sakamoto sia due punti sotto“.

Evgenia Medvedeva effettivamente sembra davvero indietro rispetto alle scorse stagioni, anche come scorrevolezza sembra proprio bloccata…

“Io e Angelo (Dolfini) non l’abbiamo mai trovata eccelsa in termini di scorrevolezza e di skating skills. Prima era una pattinatrice che aveva dei programmi intelligenti, costruiti su misura per valorizzare i suoi pregi e nascondere i suoi difetti, tra cui alcune mancanze come la qualità del pattinaggio. Adesso i programmi sono diversi, e lo noti a occhio nudo. Tra lei e Sakamoto ci sono tre categorie di differenza. La stessa cosa succedeva quando in categoria Junior gareggiava insieme a Wakaba Higuchi: la nipponica avevo un altro pattinaggio, poi però sbagliava, Medvedeva completava tutto e vinceva. Ma se le confrontavi la differenza era sconcertante. In questi anni lo staff Tutberidze le ha costruito programmi di un certo tipo, quelli che pattina adesso non la valorizzano. Poi se le avversarie commettono errori di rilievo magari va anche medaglia, ma per me in questa gara ce ne sono tante atleti migliori, anche dietro in classifica“.

Agganciandomi alla tua prima riflessione su Marina Piredda mi piacerebbe sapere cosa ne pensi del movimento femminile italiano, ormai orfano di Carolina Kostner. L’anno prossimo saranno eleggibili in Senior anche Lucrezia Beccari e Alessia Tornaghi, rispettivamente vice-campionessa e Campionessa Nazionale. Su chi potrà puntare l’Italia nei prossimi anni?

Ne abbiamo parlato a lungo in diretta con Angelo. Queste tre ragazze che hai citato possono diventare senz’altro competitive; hanno caratteristiche e storie diversa. Non saprei chi potrà ottenere risultati migliori. Marina Piredda mi piace perché è una ragazza che pattina bene, ha una bella qualità di pattinaggio, ha margini di miglioramento importanti su tanti piccoli aspetti.  Inoltre ha un bel flip, un bel lutz e li esegue con l’ingresso dal filo giusto, già per l’Italia tanta roba. Noi abbiamo in testa Carolina, ma dobbiamo ricordarci che di Carolina ce n’è una sola, non ce ne saranno altre, con tutto il rispetto per tutte quelle che verranno da qui fino agli anni a venire. Da Lucrezia Beccari mi aspettavo qualcosa in più ai Mondiali Junior, ma da adesso in avanti sarà importante la strategia: tu federazione italiana hai davanti tre atlete che puoi considerare sullo stesso piano, adesso devi lavorare affinché possano avere un ranking adeguato, che ottieni andando a fare le gare che contano. Una come Piredda non può pattinare nel primo gruppo di un Campionato Mondiale, è stata penalizzata dalle poche gare nella massima categoria. Bisogna soprattutto avere pazienza, sono tre pattinatrici interessanti, poi chiaramente si dovrà vedere come influirà la crescita nel percorso di ciascuna”.

Tra l’altro si ritroveranno in una dimensione nuova, in cui non mancheranno anche i quadrupli…

Sì ma sai, i quadrupli te li fanno in due, Shcherbakova e Trusova finché potranno e tra l’altro trionferebbero senza problemi anche solo con i tripli. Il punto di riferimento per le italiane non sono le russe ma atlete come la belga Leona Hendrickx o la finlandese Viveca Lindfors, pattinatrici che non trovo inarrivabili facendo un percorso di un certo tipo. Bisognerà fare il lavoro giusto e avere pazienza, il tutto e subito non esiste. Il movimento italiano ha un percorso di crescita totalmente diverso rispetto  quello russo, giapponese o coreano. L’importante è ricordarsi che Carolina Kostner è una meteora che è passata, è stata fortissima fin da quando aveva dodici anni ma è un unicum, non ce ne sarà un’altra così per come la vedo io“.

Nelle coppie di artistico Vanessa James e Morgan Ciprès, trionfatori sia della Finale del Grand Prix sia degli Europei, hanno commesso due errori molto gravi scivolando al settimo posto provvisorio. Credi sia possibile una rimonta?

Non so quanto possa avere influenzato in questo risultato la collisione tra Vanessa e Matteo Guarise durante il warm up. Spero che entrambi stiano bene. In stagione la coppia francese ha dimostrato di avere più punti nelle mani nel programma libero, che sentono e che riescono a interpretare alla grande e che consente loro di avere la meglio anche sulle componenti del programma, fatto non banale perché nel complesso Tarasova-Morozov sono anche pattinatori migliori. Credo che i francesi possano pensare a una rimonta anche se non saranno padroni del loro destino. Possono vincere anche il libero, ma se Sui-Han e Tarasova Morozov contengono gli errori non riusciranno a prenderli, il distacco è troppo ampio, salvo errori pesanti ovviamente. Storicamente i russi, salvo eccezioni come ad esempio l’ Europeo del 2018, sul libero hanno sempre stentato, sui cinesi c’è il problema legato alle condizioni di Sui, ancora non al 100% delle condizioni fisiche; al di là di quello che si dice nelle conferenze stampa, bisognerà vedere se i Vice Campioni Olimpici avranno i quattro minuti nelle gambe. Se sì, potrebbero essere loro quelli da battere. Quel che certo è che oggi Tarasova-Morozov hanno rubato l’occhio, lei in particolare è riuscita a eseguire molto bene il triplo toeloop in parallelo, elemento che le ha dato non pochi problemi nel corso della stagione. Direi che per la vittoria, a meno di catastrofi, se la giocano russi e cinesi. Certo, se questi sbagliano James-Ciprès sono capaci di guadagnarli quei punti, ma non dipende da loro“.

Nicole Della Monica e Matteo Guarise oggi sono riusciti a completare bene il triplo rittberger lanciato, elemento ultimamente un po’ traballante. Secondo te cosa manca ancora gli azzurri per fare il definitivo salto di qualità per agganciarsi ancora di più alle coppie di vertice?

Oggi il triplo rittberger lanciato è stato eseguito molto bene. il problema di tanto in tanto è legato alla gamba libera che tocca il ghiaccio nel momento dell’atterraggio. Molto dipende anche da come viene lanciata la dama. Sono elementi che in allenamento Nicole e Matteo completano tranquillamente, in gara poi tra tensione e tutto quello che ci può essere diventa tutto più difficile. Il loro salto di qualità dipende proprio da questo, dal riuscire a portare in gara costantemente quello che riescono a realizzare in allenamento come i lanciati con percentuali alte o il triplo salchow in parallelo che sta dando ottimi risultati: ai Campionati Europei nel corto il loro è stato indubbiamente il migliore, al massimo il secondo come qualità di esecuzione. Loro devono avere più consistenza, è questa la parola magica (che già hanno ci mancherebbe): consistenza vuol dire non sbagliare. Magari ci può essere la piccola sbavatura sull’atterraggio, però nulla più. A quel punto il salto di qualità lo possono fare perché delle coppie che hanno davanti quelle inarrivabili, ad oggi, sono solo Sui-Han, Tarasova-Morozov e James-Ciprès, con tutti gli altri te la puoi oggettivamente giocare, tutto sta nel trovare consistenza su certi elementi; in ogni caso stanno dimostrando di essere una coppia solida: l’anno scorso sono arrivati quinti, per ora sono ottavi con possibilità di rimonta. Alla vigilia l’augurio era quello di portare a casa un risultato tra il quinto e l’ottavo posto, più o meno siamo lì e possiamo essere moderatamente soddisfatti. Matteo poi sarà arrabbiatissimo per l’errore nel salto in parallelo. Al di là dell’infortunio avuto nello scontro con Vanessa, è l’adrenalina che rimane nel tuo corpo che ti fa affrontare diversamente la gara. Sei in una situazione mentale differente rispetto alle abitudini, dunque arrivi lì a sbagliare un elemento che in allenamento chiudi nove volte su dieci. Secondo me quell’incidente ha influito, entrano in gioco tanti piccoli fattori mentali non indifferenti che ti destabilizzano. Peccato perché con il salchow completato al meglio erano due posizioni più su e non sarebbero stati lontani dalle coppie che lottano per il podio“.

Per salutarci ti vorrei chiedere quali sono stati, secondo te, gli highlights delle due gare…

Gli elementi che hanno fatto la differenza nella gara femminile sono state le combinazioni di Sakomoto, quindi triplo flip/triplo toeloop, e quella di Zagitova triplo lutz/triplo rittberger. Da un punto di vista visivo è stata più spettacolare quella di Sakamoto perché c’era più velocità e più ampiezza, anche perché la parabola è diversa rispetto a una combinazione con il rittberger. Sulle coppie sono un po’ più in difficoltà, elemento secco direi il triplo twist di Tarasova-Morozov: lo vedi e speri che nel libero facciano un giro in più, e poi direi anche il triplo salchow in parallelo di Boikova-Kozlovskii che è davvero impressionante, considerando soprattutto la giovane età dei pattinatori“.

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Foto: ISU Figure Skating

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