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MotoGP, la Yamaha cambia il capo-progettista: via Kouji Tsuya, dentro Takahiro Sumi

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Chi sbaglia, paga. Ed in questo caso è toccato a Kouji Tsuya finire come vittima sacrificale della crisi Yamaha. Stiamo parlando capo-progettista della casa di Iwata, divenuto celebre per il famoso “harakiri” mediatico di Zeltweg, in occasione del Gran Premio d’Austria, nel quale ammetteva i pesanti errori nel creare la nuova M1 e nel quale si scusava a mezzo stampa nei confronti dei piloti che, da tempo, avevano perso la fiducia nel loro mezzo. Per la cultura giapponese un ammissione di colpa simile è la più grave delle “onte”, per cui si sapeva che per Tsuya il destino fosse ormai segnato.

Al suo posto, infatti, è stato inserito Takahiro Sumi, giovane ingegnere che arriva dalla squadra test e dal gruppo che si concentrava sullo sviluppo del telaio. Un cambio importante sul quale i giapponesi hanno ragionato a lungo e sul quale si giocano una larga fetta di futuro e credibilità. Sarà lui, dunque, il prescelto che dovrà riportare in alto la Yamaha dopo anni di difficoltà. Come tradizione nipponica, poi, tutto è stato deciso e fatto in totale silenzio (con il benestare del “grande capo” Kouichi Tsuji) e, come annuncia la Gazzetta dello Sport, l’annuncio sarà dato solamente il 4 febbraio, in occasione delle presentazione della stagione della Yamaha MotoGP a Giakarta, in Indonesia.

La rivoluzione in casa Yamaha, dunque, è già partita. Vedremo se i cambiamenti a livello di organigramma incideranno sin da subito, ovvero sulla M1 edizione 2019, o per Valentino Rossi e Maverick Vinales sarà necessario attendere ancora lunghi mesi, con il problema dell’elettronica come vero ago della bilancia della loro stagione.

 

alessandro.passanti@oasport.it

Twitter: @AlePasso

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Foto: Valerio Origo

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