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Boxe: chi è Adrien Broner, l’uomo che contende la cintura WBA a Manny Pacquiao

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29 anni, un record di 33 vittorie (24 per KO, 9 ai punti), 3 sconfitte (tutte per decisione), un pareggio e un no contest. Se dovessimo parlare di Adrien Broner in maniera stringata, basterebbero questi dati statistici sulla sua persona e sul suo bilancio da professionista. Andiamo, invece, a scoprire qualcosa di più The Problem (anche se non è il suo unico soprannome: durante la sua carriera sono spuntati Lil Brother, The Can Man e About Billions, abbreviato con AB).

Nato il 28 luglio 1989 a Cincinnati, Broner, per sua stessa ammissione, deve alla boxe il fatto di essersi salvato dalla vita di strada, avendo iniziato con lo sport a 6 anni.

Diventa professionista nel maggio 2008, mostrando subito la prova della sua forza con un KO e quattro KOT, l’80% dei quali nel corso della prima ripresa. Il sesto combattimento, però, riserva le sue controversie: Broner, allo Staples Center di Los Angeles, spinge il suo avversario, Eric Ricker, fuori dal ring nella seconda ripresa, venendo originariamente squalificato. La decisione sarebbe poi stata rivista e mutata in un no contest.

Dopo un anno e mezzo di sfide sul ring e di vittorie rapide, a The Problem si presenta l’opportunità di conquistare la vacante corona mondiale giovanile WBC dei pesi superpiuma: il contendente, il portoricano Carlos Claudio, viene ritirato dalla contesa prima del sesto round. Broner continua a dare nuove dimostrazioni delle sue capacità, conquistando rapidamente una serie di corone nazionali e intercontinentali (compresa quella americana WBC dei superpiuma nel suo unico combattimento oltreconfine, in Messico), prima di arrivare al primo appuntamento con un titolo mondiale. Il 26 novembre 2011, nella sua città, sconfigge l’argentino Vicente Martin Rodriguez per KO in tre riprese per conquistare la corona iridata WBO dei pesi superpiuma.

In rapida sequenza arrivano ulteriori corone mondiali: pesi leggeri WBC contro il messicano Antonio DeMarco (17 novembre 2012, KO all’ottava ripresa) e soprattutto pesi welter WBA contro un totem della categoria, Paulie Malignaggi, al Barclays Center di Brooklyn. Quel 22 giugno 2013, in cui la gioia arriva dalla decisione non unanime dei giudici, è seguito dal 14 dicembre, in cui a San Antonio perde la corona WBA per verdetto unanime contro l’argentino Marcos Maidana: Broner, scosso, fugge immediatamente dal ring, scusandosi poi per questo atteggiamento con i suoi supporter.

Le vittorie tornano, come quella con Carlos Molina per la corona internazionale WBA dei superleggeri, ma diventano meno fulminanti e più strutturate sull’intero combattimento, come dimostrano i numerosi successi ai punti. Nel giro di due anni (con annessa ulteriore sconfitta contro Shawn Porter), torna a Cincinnati per riprendersi il titolo mondiale WBA per KOT all’ultimo round contro il russo Khabib Allakhverdiev. Nell’ultimo periodo le cose non vanno molto bene per lui: su Instagram fa pensare al suicidio, mette le mani addosso a una cameriera, viene accusato di violenza sessuale. Contemporaneamente, sul ring, nel 2017 perde da Mikey Garcia e pareggia con Jessie Vargas, in entrambe le occasioni a Brooklyn. Per lui è ora giunto il momento di riscattare un periodo complesso: l’occasione si chiama Manny Pacquiao, ma è di quelle durissime.

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federico.rossini@oasport.it

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Foto: Master1305 / Shutterstock

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