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Australian Open 2019: record, statistiche e curiosità. Federer e Djokovic puntano al primato di vittorie. Quella volta in cui Francesca Schiavone…

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Si avvicina l’edizione 2019 degli Australian Open, la trentaduesima che si gioca sui campi del Melbourne Park dopo il trasferimento dagli impianti del Kooyong Lawn Tennis Club. Andiamo a scoprire qualche curiosità sul primo torneo dello Slam dell’anno.

Per prima cosa, sono tre gli uomini a detenere il maggior numero di titoli nello Slam australiano: Roy Emerson, Roger Federer e Novak Djokovic. Emerson, facente parte della storica ondata di fuoriclasse australiani di cui Rod Laver e Ken Rosewall furono capostipiti, li vinse tutti tra il 1961 e il 1967, appena prima che il tennis entrasse nell’Era Open. Lo svizzero, invece, ha vinto per la prima volta nel 2004 e ha trionfato nelle ultime due edizioni, mentre il serbo ha conquistato in Australia il primo dei 14 trionfi nei quattro tornei maggiori, nel 2008.

Federer, avendo passato i 37 anni e 4 mesi, con la vittoria potrebbe conquistare due primati: uno è quello delle edizioni conquistate (sette), l’altro è quello di più anziano vincitore del torneo, superando in questo senso proprio Rosewall, che nel 1972 vinse all’età di 37 anni e 2 mesi.

Più articolato il discorso per quanto riguarda le donne: Margaret Court ha vinto per undici volte il torneo, ed è dunque virtualmente irraggiungibile, mentre il primato di più anziana vincitrice spetta a Thelma Coyne Long (35 anni e 8 mesi), che negli Anni ’50 si fece valere anche negli altri tornei, pur senza arrivare ai risultati del suo Paese in un’epoca in cui l’attraversamento di mezzo mondo era utopia per tanti e tante. Il suo primato può essere battuto da Serena Williams.

Venendo ai match più lunghi giocati tra gli uomini, invece, per durata temporale il primato spetta alla finale del 2012 tra Novak Djokovic e Rafael Nadal: il serbo e l’iberico si affrontarono senza esclusione di colpi per 5 ore e 53 minuti, tanto da arrivare alla premiazione incapaci di stare in piedi. Fu calcolato poi che, senza la loro tendenza ad allungare i tempi tra i punti, quella finale sarebbe durata un’ora abbondante in meno. A livello di game giocati, invece, il record spetta al primo turno del 2017 tra Ivo Karlovic (Croazia) e Horacio Zeballos (Argentina): il punteggio fu di 6-7(6) 3-6 7-5 6-2 22-20, per un totale di 84 giochi. Tale primato non è più battibile, poiché con le attuali regole, che prevedono il tie-break ai 10 punti nel quinto set, si possono giocare al massimo 65 giochi.

Tra le donne, invece, il primato di durata spetta a un match che l’Italia ricorda con grande piacere: Francesca Schiavone contro Svetlana Kuznetsova, ottavi di finale del 2011. Punteggio finale: 6-4 1-6 16-14. Durata: 4 ore e 44 minuti. Sull’allora Hisense Arena Francesca annullò sei match point alla russa, guadagnandosi la quarta posizione mondiale. Ad oggi, quella partita è ancora la terza più lunga mai giocata nel tennis femminile: cominciò attorno alle 5:15 (ora italiana) e finì allo scoccare delle 10. Per numero di game giocati, invece, il primato spetta a due partite: il quarto di finale del 1995 tra Chanda Rubin (Stati Uniti) e Arantxa Sanchez Vicario (Spagna), vinto dalla prima per 6-4 2-6 16-14, e il terzo turno di un anno fa tra Simona Halep (Romania) e Lauren Davis (Stati Uniti), chiuso col punteggio di 4-6 6-4 15-13 in favore dell’allora (e attuale) numero uno del mondo. In entrambi i casi 48 furono i giochi, e anche questo, con le nuove regole, non potrà più succedere, perché saranno al massimo 39 (esattamente come in un qualsiasi torneo WTA).

In ultimo, c’è una curiosità che alle tv fa da tempo molto piacere: quello di Melbourne è l’unico Slam ad avere tre campi con tetto retrattile da utilizzare in caso di pioggia per continuare gli incontri: la Rod Laver Arena, la Melbourne Arena (ex Hisense) e la Margaret Court Arena. Al Roland Garros la copertura sul Court Philippe Chatrier arriverà non prima del 2020, mentre a Wimbledon da quest’anno, oltre al Centre Court, si potrà coprire anche il Court 1 per continuare il gioco. Anche agli US Open i tetti sono due: uno sull’Arthur Ashe Stadium, l’altro sul ricostruito Louis Armstrong Stadium.

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federico.rossini@oasport.it

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Credits: Neale Cousland / Shutterstock

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