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Australian Open 2019: Djokovic si mostra in forma, la Halep meno. Zverev, quanti rischi! Le speranze di Fognini e Giorgi

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La quarta giornata degli Australian Open, sebbene avara di sorprese veramente grandi, regala molti spunti sui quali soffermarsi, visti i problemi di più d’un giocatore in entrambi i tabelloni prima di approdare al terzo turno.

C’era curiosità per capire a che punto fossero Novak Djokovic e Jo-Wilfried Tsonga nei loro diversi obiettivi (la vittoria finale per il serbo, il ritorno a buoni livelli per il francese). Le risposte sembrano positive per entrambi: Tsonga ha dimostrato di star ritrovando un rendimento accettabile, anche se non ancora al livello che gli ha consentito di navigare nelle zone alte del ranking ATP per numerosi anni, mentre di Djokovic si lascia vedere la forma che traspare dalle esecuzioni di alcuni colpi in determinati momenti della partita. Anche se il numero uno del mondo deve ancora mettere a punto qualche dettaglio (come si evince dal servizio perso sul 5-4 del secondo set), la sua candidatura per la vittoria finale emerge chiara e forte: per lui c’è da riscattare un 2018 che lo ha visto uscire agli ottavi contro il sudcoreano Hyeon Chung, che quest’oggi ha perso contro il francese Pierre-Hugues Herbert e perderà 25 posizioni nel prossimo ranking ATP. Il prossimo turno dirà ancora di più sulle ambizioni di Djokovic, perché giocherà contro Denis Shapovalov, ed il canadese vuole dimostrarsi pronto per giocare a simili livelli.

E’ la giornata delle wild card australiane: a regalare due belle storie al pubblico di casa sono Alex Bolt, che da numero 155 del mondo mostra un’inaspettata capacità di tenere testa a Gilles Simon, uno dei meno indicati per giocare un quinto set in uno Slam, e poi di battere il francese, mentre l’altra è opera di Alexei Popyrin. Lui, che da junior ha vinto il Roland Garros nel 2017, ricambia la fiducia degli organizzatori sfruttando il fatto che Dominic Thiem ha ancora nelle gambe le scorie della conclusione notturna del match contro il francese Benoit Paire. Per l’austriaco è ritiro, per l’aussie appuntamento con Lucas Pouille, che di Paire è connazionale.

C’era curiosità anche per i match di Stan Wawrinka contro Milos Raonic e di Kei Nishikori contro Ivo Karlovic. Lo svizzero ha giocato quattro tie-break, ha retto benissimo il ritmo del canadese, ma non è riuscito a portarlo al parziale decisivo, anche se ha mostrato un tennis di ottimo livello, al quale ancora manca il mordente per girare le partite in proprio favore, quello che gli aveva consegnato tre Slam in passato. Nishikori, invece, per la seconda volta fa capire che per la vittoria finale, forse, non c’è da puntare su di lui, che dopo i cinque set dell’esordio contro il polacco Kamil Majchrzak ne gioca altrettanti contro il gigante croato, trovandosi a dover giocare un tie-break a 10 punti nel quinto set in cui mostra grande acume tattico nell’insistere, quando possibile, sul rovescio avversario. Joao Sousa (Portogallo) gli ha fatto un favore eliminando Philipp Kohlschreiber (Germania), ma in un eventuale ottavo contro Fabio Fognini o Pablo Carreno Busta (Spagna) forse non è lui a partire favorito.

A rischiare più di tutti, però, è Alexander Zverev: il tedesco rischia di prolungare di nuovo il dilemma sulla sua forza nei tornei dello Slam, ma laddove in passato è andato in crisi, e cioè nel quinto set, stavolta riesce a tirare fuori risorse extra per arginare la rimonta di Jeremy Chardy e regolare il francese con un secco 6-1 nel parziale decisivo, ancora più importante perché successivo a un match point mancato. La sua fortuna è che il tabellone gli propone subito il succitato Bolt, prima di lanciarsi in un probabile ottavo di finale contro Raonic.

Passando al tabellone femminile, la protagonista della giornata è Simona Halep, che mostra una volta di più grandi doti caratteriali nel non voler mollare la presa contro Sofia Kenin, nemmeno quando l’americana le ha strappato il tie-break del secondo set e il servizio a metà terzo set. Gli ultimi quattro giochi del parziale decisivo mostrano tutta la voglia della rumena di uscire da un periodo negativo che dura dallo scorso settembre: le sue resistenze verranno ora messe alla prova da Venus Williams, sopravvissuta a due turni davvero complessi (Buzarnescu e Cornet). Dal momento che la sorella di Venus, Serena, è anche lei al terzo turno, si prospettano due possibilità (ammesso che la numero 16 del seeding batta l’ucraina Dayana Yastremska): lo scontro tra le sorelle oppure quello tra la 23 volte campionessa Slam e la numero uno del ranking WTA. In entrambi i casi l’interesse generato potrà essere altissimo.

In una giornata senza grandi ribaltoni, eccezion fatta proprio per il successo della Yastremska sulla spagnola Carla Suarez Navarro, numero 23 del tabellone, ci sono tutte le premesse per parlare degli stati di forma delle giocatrici oggi impegnate: in generale, quelle che si sono meglio distinte finora risultano essere Naomi Osaka ed Elina Svitolina: la giapponese ha lasciato per strada appena 12 giochi, l’ucraina 7. L’unico reale ostacolo tra loro due e uno scontro ai quarti di finale sembra poter uscire dal match tra Elise Mertens (Belgio) e Madison Keys (Stati Uniti), la cui vincitrice, salvo sorprese, dovrebbe affrontare proprio la Svitolina negli ottavi.

Il match tra Johanna Konta e Garbiñe Muguruza, programmato come quinto sulla Margaret Court Arena, si rivela, come da previsione, tra i più combattuti e più godibili di giornata. Lo vince la spagnola, ma c’è da domandarsi come quest’ultima farà a riprendersi, tra una cosa e l’altra, da una fatica terminata tanto tardi: l’ultimo punto si è giocato alle ore 3 e 12 minuti della notte d’Australia. L’unica a sorridere per davvero viene da Losanna: è Timea Bacsinszky, che l’aspetta tra due giorni con la rinnovata forza che le ultime prestazioni hanno mostrato.

Capitolo italiani: Fabio Fognini non ha solo vinto, ma ha convinto contro Leonardo Mayer. L’argentino lo aveva sconfitto negli ultimi due scontri diretti, disputati sulla terra rossa, ma il ligure ha dimostrato una volta di più di potersi difendere benissimo anche sul cemento, superficie che a Melbourne lo ha già visto arrivare in due occasioni agli ottavi di finale. Per tipologia di tennis con cui si confronta, l’azzurro può considerarsi favorito anche contro Pablo Carreno Busta. Per quanto riguarda Camila Giorgi, invece, potrebbe decidersi su pochi punti il match contro Karolina Pliskova: la ceca serve benissimo e mette tanta pressione con i fondamentali di inizio gioco, ma la versione della marchigiana vista contro la polacca Iga Swiatek lascia sperare quantomeno in un match combattuto. Data l’imprevedibilità della Giorgi, però, ogni discorso è rimandato a sabato.

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federico.rossini@oasport.it

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Credits: ReflectedLight / Shutterstock

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