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Editoriali

‘Italia, come stai?’: karate a Tokyo 2020 per le medaglie. Allarme spada donne: Olimpiadi a rischio

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Alle Olimpiadi di Tokyo 2020 verranno inserite sei nuove discipline rispetto a Rio 2016: baseball, softball, karate, arrampicata sportiva, surf e skateboard. In Giappone l’Italia sogna di qualificarsi con le Nazionali di baseball e softball (ma servirà battere la rivale di sempre dell’Olanda in partita secca), tuttavia l’unico sport dove realmente potrà coltivare ambizioni di podio è il karate.

Ai Mondiali di Madrid l’Italia ha raccolto 3 medaglie…e mezza nelle specialità olimpiche. Il trionfo di Angelo Crescenzo è maturato infatti nei -60 kg non olimpici. Il regolamento prevede però che i primi 2 classificati del ranking mondiale di questa categoria possano comunque qualificarsi per i Giochi, dove verranno inseriti nei -67 kg. Il 25enne campano, aggiudicandosi la medaglia d’oro, ha dunque compiuto un passo cruciale in ottica qualificazione, anche se non ancora sufficiente: per lui, come per tutti gli altri azzurri, sarà fondamentale mantenere una costanza di rendimento ai massimi livelli nelle tappe di Premier League del 2019 (i Mondiali, con l’avvento del karate alle Olimpiadi, sono diventati a cadenza quadriennale).

E’ mancata la ciliegina sulla torta a Luigi Busà, leggenda indiscussa capace di mettere in bacheca la sesta medaglia in sette partecipazioni iridate nei -75 kg. In questa categoria di peso saranno i primi quattro del ranking a volare a Tokyo (fermo restando che, per tutti gli altri, si svolgerà un torneo pre-olimpico che assegnerà altri 3 pass), dunque l’argento incassato dal siciliano rappresenta un punto di partenza solido. Di grande rilievo anche i bronzi conquistati nel kata individuale da Viviana Bottaro e Mattia Busato, peraltro in una specialità dove è molto arduo riuscire a scalfire gerarchie consolidate (qui i due ori olimpici sembrano già prenotati dal Giappone).

Al di là delle medaglie, l’Italia ha mostrato una competitività diffusa in quasi tutte le categorie di peso del kumite. Di sicuro, tra gli sport di combattimento nel Bel Paese, il karate è quello che gode di gran lunga di miglior salute. Michele Martina (-84 kg) e Simone Marino (+84) sono due giovani dal talento cristallino che hanno già dimostrato il proprio valore tra i Seniores con medaglie pesanti conquistate agli Europei: riuscissero a timbrare il biglietto per Tokyo, magari attraverso il pre-olimpico, diverrebbero delle vere e proprie mine vaganti. Battute d’arresto per le attese Sara Cardin (-55 kg) e Silvia Semeraro (-68): per entrambe resta aperta la possibilità di raggiungere le Olimpiadi attraverso i piazzamenti in Premier League. Dopo qualche stagione si è rivista anche una ottima Laura Pasqua, fermatasi ad un passo dal bronzo nei -61 kg.

Se il karate esce dai Mondiali con un bel 7,5 in pagella, chi sin da ora preoccupa in ottica olimpica è la spada femminile di scherma. Se le squadre di fioretto maschile e sciabola femminile, entrambe sul podio nel fine settimana in Coppa del Mondo rispettivamente con un secondo e terzo posto, hanno iniziato brillantemente l’annata nel circuito maggiore, la compagine in rosa della spada rischia di restare nuovamente a casa dopo aver visto in tv anche i Giochi di Rio 2016. L’avvio di stagione non è stato di certo incoraggiante con il settimo posto a Tallin. Quella azzurra è una formazione nuova e tutta da amalgamare, costruita intorno alla campionessa del mondo in carica Mara Navarria, decisamente sottotono in Estonia, con una emergente come Giulia Rizzi e le due giovanissime Alice Clerici e Federica Isola, queste ultime due ancora poco smaliziate in un’arma dove l’esperienza la gioca da padrona. A preoccupare è la crisi senza fine di Rossella Fiamingo, mai riuscita davvero a smaltire la delusione per quella finale olimpica a Rio 2016 persa quando si trovava ormai ad un passo dall’oro e da allora un pallido fantasma della campionessa capace di vincere due titoli iridati. A Tallin la siciliana si è fermata addirittura ai 64mi del tabellone individuale ed i tecnici l’hanno esclusa dalla prova a squadre. Potrebbe presto tornare utile nelle competizioni per equipe Alberta Santuccio, la migliore delle azzurre in Estonia, dove ha festeggiato il terzo podio in carriera in Coppa del Mondo. Quattro anni fa il cammino delle spadiste azzurre iniziò male e finì anche peggio. Occorre subito svoltare sin dalle prossime tappe del circuito maggiore: dalla squadra di spada femminile, con ogni probabilità, dipenderanno le chance di en plein dell’Italia per Tokyo 2020.

federico.militello@oasport.it





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