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Olimpiadi Invernali 2026: ottima intesa tra Milano e Cortina dopo il vertice al Coni. Gli investimenti saranno limitati

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Il vertice odierno che si è tenuto al Coni per impostare la pianificazione della candidatura di Milano-Cortina per le Olimpiadi Invernali 2026 ha avuto un esito positivo. Basta citare le parole del sindaco di Milano, Giuseppe Sala, riportare dall’ANSA: “Su dove si faranno le gare siamo d’accordo al 98%, ci sono ultimi dettagli. Cominceremo subito con i lavori, sono molto molto soddisfatto”.

Filtra quindi grande ottimismo su un progetto che appare sempre più solido e credibile in vista dell’appuntamento di fine giugno a Losanna, in cui il Cio sceglierà la città organizzatrice (in lizza ci sono anche Stoccolma e Calgary). Il presidente Giovanni Malagò ha annunciato che non ci sarà un comitato promotore, per snellire le procedure burocratiche, e che verrà creato un team apposito che si occupi di tutti gli aspetti legati alla candidatura a partire dalle visite dei siti olimpici.

Proprio riguardo le sedi di gara, ci saranno delle novità. Come riportato dalla Gazzetta dello Sport, salto e sci di fondo si svolgeranno a Predazzo, in Trentino, vista la necessità di un’unica sede. La Valtellina andrebbe così ad ospitare alcune gare di sci alpino mentre a Cortina si svolgeranno bob, slittino e skeleton. Confermata la cerimonia di apertura a Milano, mentre quella di chiusura si potrebbe svolgere all’Arena di Verona. Infine per quanto riguarda i costi, si prevedono investimenti limitati e quindi pienamente alla portata delle regioni, nel caso in cui non venisse garantito un supporto economico dal Governo.





 

alessandro.farina@oasport.it

Twitter: @Alefarina18

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Foto: Ink Drop / Shutterstock.com

1 Commento

1 Commento

  1. ghost

    17 Ottobre 2018 at 20:34

    allora, ricapitoliamo.
    primo, pista di Cortina da rifare completamente (perchè per poter ospitare slittino e skeleton, che prima erano “proibiti” per ragioni di sicurezza, l’unica soluzione è quella, senza contare quello che comporterà anche in termini di “legacy”, ovvero i costi per mantenerla perfettamente funzionante anche dopo i Giochi, come detta l’agenda 2020 del CIO).
    secondo, un palasport nuovo di zecca (e di dimensioni assolutamente esagerate per il futuro della città) a Milano.
    terzo, l’Oval…vogliamo davvero portare le gare a Baselga di Pinè o in un capannone temporaneo a Milano o ne costruiremo (finalmente) uno permanente e attivo 365 giorni l’anno nel capoluogo lombardo?
    quarto, perchè tentare di adattare la “nuova” Armani Arena (con costi alti e impatto estetico/architettonico osceno) quando sarebbe molto meglio rinnovare (ricostruire da capo) l’Agorà?
    insomma, se si vuole ospitare degnamente un’Olimpiade facendo finta che già soltanto questi 4 lavori siano a basso impatto economico e non richiedano tempo e denaro, allora siamo completamente fuori dalla realtà.
    detto questo, auguri e buon lavoro a chi si occuperà di tutto ciò (almeno con Lombardia e Veneto “da soli”, senza pentastellati di mezzo, una minima speranza di non fare una figuraccia epica c’è…speriamo però di non scivolare sulle tante bucce di banana che troveremo sul percorso)…

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