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Olimpiadi degli Scacchi 2018: pari dell’Italia femminile con l’Azerbaigian, la squadra open trema col Nepal, ma riesce a vincere dopo sei ore

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Giornata dalle emozioni forti per l’Italia alle Olimpiadi scacchistiche 2018 in corso di svolgimento a Batumi (Georgia). La nazionale femminile ha trovato un pareggio di alto valore con l’Azerbaigian, con equo bilanciamento tra posizioni recuperate e sprecate. Quella maschile, invece, ha corso sul filo del brivido per sei ore, riuscendo a battere il meno quotato Nepal per 2,5-1,5.

Partiamo dal 2-2 delle donne contro la formazione azera: le partite sono tutte terminate con la patta. In prima scacchiera, Olga Zimina ha avuto una situazione di leggero vantaggio, che però è stata recuperata da Gunay Mammadzada per arrivare all’equa divisione del punto in 37 mosse. In seconda scacchiera, Elena Sedina ha invece sprecato un’ottima posizione sbagliando malamente dove mettere la Torre nera con cui, in collaborazione con la Donna, stava portando un violento attacco contro il non ben difeso Re di Zeinab Mamedjarova: patta inevitabile. Sono stati così gli incontri di Marina Brunello e Desirée Di Benedetto ad assumere carattere decisivo: la Brunello si è ritrovata in posizione inferiore e con tempo in meno all’avvicinarsi della quarantesima mossa, commettendo così un errore di valutazione al 34° tratto che Ulviyya Fataliyeva non ha visto. A questa patta è poi seguita quella della Di Benedetto, che ha sì avuto una buona possibilità di concretizzare un vantaggio di materiale, ma ha avuto anche i suoi buoni problemi col tempo, che non le hanno consentito di far chiarezza nella ricerca della continuazione vincente. Risultato: altra patta, 2-2 e Italia che può comunque dirsi soddisfatta, visto che rimane nel gruppo che va dalla sesta alla dodicesima posizione.

Nelle parti altissime della classifica, al comando ci va l’Armenia, che nel big match ha superato gli USA per 2,5-1,5. All’inseguimento ci sono quattro nazionali: Ucraina (2,5-1,5 all’Iran), Cina (3-1 all’Olanda con punto chiave di Wenjun Ju), Romania (2,5-1,5 all’Uzbekistan) e Georgia 1, bloccata sul 2-2 dall’India.

Quanto all’Italia open (che oggi ha lasciato a riposo Daniele Vocaturo), contro il Nepal ne sono successe davvero di tutti i colori. Tanto per cominciare, Michele Godena, alla trentesima mossa, perde clamorosamente per il tempo in posizione più che favorevole contro Himal Lama: 20-30 anni fa si sarebbe detto che gli è caduta la caratteristica “bandierina” interna all’orologio, mentre oggi, con quelli digitali, semplicemente sul suo è comparso il fatidico 0:00. A riequilibrare la situazione ci pensa Luca Moroni, non prima di esser andato sull’ottovolante: a un certo punto, sfugge sia a lui che a Madan Kayastha una continuazione che, al 26° tratto, avrebbe dato un’inusitata vittoria al Bianco. Passato il pericolo, al nostro è soltanto toccato proseguire fino all’abbandono del Bianco alla trentottesima mossa. Con la patta agguantata da Alessio Valsecchi in una partita che si era messa piuttosto male, quella contro Rijendra Rajbhandari, tutte le attenzioni si sono concentrate sulla terza scacchiera: Sabino Brunello contro Rupesh Jaiswal. Brunello, cosciente di quanto successo sulle altre scacchiere, è uscito dalla variante Russa della difesa Grunfeld con una posizione leggermente buona. La partita si è trasformata in un finale di Torre, Alfiere e quattro pedoni. L’italiano ha trovato il modo, dopo un estenuante lavoro, di avere tre pedoni contro due sull’ala di Re: è la mossa numero 93. Sulle altre scacchiere uomini e donne hanno tutti smesso, sono rimasti solo loro a lottare con la concentrazione e il tempo perennemente minimo, aiutati solo dagli incrementi di 30 secondi per tratto. Brunello per due volte può dare l’affondo decisivo, ma non ci riesce, trovando comunque un buon piano di gioco: dopo 124 tratti, però, a commettere l’errore fatale è il Nero, che si consegna rapidamente in mano italiana e abbandona nel giro di quattro mosse: l’Italia vince 2,5-1,5, ma dopo aver sudato fino all’inverosimile contro una squadra che le rendeva una media di quasi 500 punti ELO.

Si è concluso in parità il match che ha visto affrontarsi l’Azerbaigian e la Polonia, le due squadre leader della classifica fino ad oggi. Questo 2-2, che ha portato entrambe a quota 13, ha consentito l’aggancio degli USA, vincenti per 3-1 contro la Croazia grazie ai successi di So e Shankland. A rimanere vicina è l’Armenia, che sfrutta una vittoria in quarta scacchiera di Hovhannisyan per battere la Bielorussia. C’è chi non sembra già più in grado di competere per la vittoria finale: è la Russia, che sta pagando la pessima vena di Jakovenko ed è stata bloccata sul 2-2 dalla Serbia. Nel frattempo, c’è una sorta di corsa nella corsa, che è quella di Fabiano Caruana: l’italoamericano oggi ha pattato con Ivan Saric, ma sta correndo verso il primato nel ranking mondiale attualmente proprietà di Magnus Carlsen: le proiezioni basate sui risultati finora ottenuti lo danno a una decina di punti da quello che sarebbe un sorpasso rumorosissimo in vista del match per il titolo iridato, perché il norvegese (che a Batumi non gioca) è numero 1 senza interruzioni fin dal luglio 2011.

Il prossimo turno dell’Italia femminile vedrà un confronto di nuovo di alto livello, quello contro gli Stati Uniti, la decima miglior squadra del torneo per media punti ELO nonché parte del gruppo a quota 11 in classifica che comprende le azzurre. Le migliori giocatrici sono Anna Zatonskih e Irina Krush, numero 38 e 49 del mondo nell’ultimo ranking stilato dalla FIDE (la Zimina, per confronto, è numero 36). Irina Krush è inoltre in corsa per la medaglia d’oro per la performance individuale in seconda scacchiera. L’Italia maschile tornerà invece ad avere un confronto forte, con la Turchia, che schiera una formazione di soli Grandi Maestri, di cui due oltre i 2600 punti ELO: il migliore di essi, Mustafa Yilmaz, nel terzo turno è stato in grado di pattare con Levon Aronian, già numero 2 del mondo e oggi numero 5.





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