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Volley, Mondiali 2018: le 7 sorelle ai raggi X, tutte le favorite per la vittoria. Dalla Russia all’Italia, dal Brasile agli USA

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Julio Velasco le ha già rinominate le 7 sorelle, ricordando la Serie A di fine anni ’90. Sono semplicemente le 7 squadre favorite ai Mondiali 2018 di volley maschile che si disputeranno tra Italia e Bulgaria dal 9 al 30 settembre: Brasile, Francia, Italia, Polonia, Russia, Serbia, USA (in rigoroso ordine alfabetico). Tra queste Nazionali dovrebbero nascondersi i Campioni del Mondo considerando anche la particolare formula che dovrebbe avvantaggiarle verso la terza fase di Torino (da cui una rimarrà comunque esclusa). Analizziamo le sette sorelle ai raggi X valutando punti di forza, debolezze, individualità di spicco.

 

RUSSIA:

Sulla carta i Campioni d’Europei e vincitori dell’ultima Nations League sono i grandi favoriti della vigilia. Nell’ultimo anno i ragazzi di Sergey Shlipanikov si sono letteralmente superati e hanno espresso la miglior pallavolo in circolazione, ora andranno a caccia di quel titolo iridato che non sono mai riusciti a conquistare (in passato sei affermazioni tutte targate Unione Sovietica, l’ultima nel 1982). La Russia si distingue per il suo gioco a tutto campo, l’unione perfetta tra attacco e difesa condita da muri importanti e da un servizio ficcante che spesso fa la differenza.

Il sestetto titolare non sembra avere punti deboli, sorretto in particolare da tre elementi di assoluto livello: il fenomenale opposto Maxim Mikhaylov, il colosso Dimitry Muserskiy conosciuto come il miglior centrale al mondo, il capitano palleggiatore Sergey Grankin che ritorna appositamente per l’occasione. Anche il reparto degli schiacciatori con Kliuka e Volkov merita assoluto rispetto. Una vera e propria corazzata il cui unico difetto potrebbe essere nella mentalità e nella capacità di essere continui nell’arco delle tre settimane di gara.

 

BRASILE:

I Campioni Olimpici sono sempre in grado di fare la differenza nelle grandi occasioni anche se questa volta dovranno fare i conti con degli infortuni tra cui spicca soprattutto quello del fuoriclasse Lucarelli. I verdeoro vanno a caccia della quinta finale consecutiva in una rassegna iridata dopo aver vinto quelle del 2002, 2006, 2010 e perso quella di quattro anni fa. La missione della compagine di Renan Del Zotto si rivelerà comunque particolarmente complessa, i sudamericani sembrano essere leggermente lontani dallo squadrone che trionfò a Rio 2016 e dovranno davvero superarsi se vorranno fare saltare il banco.

In Nations League non hanno brillato, ora servirà un deciso cambio di rotta. A guidare la squadra il palleggiatore Bruninho nelle vesti di capitano, il futuro alzatore di Civitanova avrà in diagonale il supporto del solidissimo Wallace mentre di banda ci saranno Douglas e Lucas Loh oppure il solito Lipe. Al centro Souza e Lucas con Eder pronto a subentrare. Sestetto interessante (e in panchina ci sarà anche Evandro Guerra), vedremo se saprà mettersi in luce come ci ha solitamente abituato.

 

ITALIA:

La Nazionale di casa potrà contare su tutto il supporto del pubblico tra Roma, Firenze e Milano per cercare di raggiungere Torino e inseguire il sogno iridato. I vicecampioni olimpici, che nella loro gloriosa storia hanno conquistato anche tre Mondiali consecutivi (1990-1998), sono reduci da due stagioni sottotono: dopo la cavalcata di Rio 2016, gli azzurri hanno faticato a esprimersi ai massimi livelli complici anche delle defezioni che hanno complicato il lavoro del CT Chicco Blengini. Ora bisognerà ritrovare la magia del Maracanazinho e ricostruire un sestetto che sappia farsi valere nell’occasione più importante della stagione.

L’Italia deve limitare i black-out che spesso l’hanno contraddistinta, deve giocare in maniera fluida e sfruttare al massimo i suoi punti di forza come il gioco in palla alta grazie alla potenza dell’opposto Ivan Zaytsev e dello schiacciatore Osmany Juantorena spronati dal palleggiatore Simone Giannelli. La Nazionale può contare anche su un libero di qualità come Massimo Colaci e su uno schiacciatore solido come Filippo Lanza. Punto debole i centrali.

 

USA:

La corazzata a stelle e strisce si presenta per puntare al titolo e non si nasconde certamente. Sulla carta è probabilmente la formazione più solida, quella con meno punti deboli quasi al livello della Russia. A 32 anni di distanza dall’ultimo trionfo iridato, la formazione di Speraw vuole salire sul gradino più alto del podio dopo che tra Olimpiadi e Nations League si è dovuta accontentare di due medaglie di bronzo. La loro intensità di gioco, l’unità del gruppo e l’imprevedibilità sono davvero uniche e saranno uno scoglio difficilmente superabile per tutte le altre compagini.

Poche Nazionali possono contare su un tridente offensivo come quella in forza agli USA: l’opposto Matt Anderson, gli schiacciatori Taylor Sander e Aaron Russell possono mandare in crisi qualunque difesa non solo grazie all’attacco ma anche grazie al servizio. Un palleggiatore di lusso come Micah Christenson e un centrale stellare come Max Holt completano una squadra che può sognare in grande.

 

FRANCIA:

La Nazionale guidata da Laurent Tillie è reduce dalla finale persa in Nations League ma anche dalle deludenti prestazioni esibite alle Olimpiadi e agli ultimi Europei. I Galletti vogliono assolutamente rialzare la testa e riscattarsi ma molto dipenderà anche dalla presenza di Earvin Ngapeth, la stella indiscussa dei transalpini è alle prese con un infortunio.

Sarebbe una pesantissima assenza per questa formazione che ha il gruppo giusto per poter puntare a un traguardo importante dopo il quarto posto di quattro anni fa. Grande equilibrio in campo, ottima varietà di gioco, difesa da urlo sono i punti di forza della Francia. Non mancano comunque altre individualità di spicco come il palleggiatore Bejamin Toniutti (insignito dei gradi di capitano), il libero Jenia Grebennikov, l’opposto Stephen Boyer, il martello Kevin Tillie, il centrale Kevin Le Roux.

 

POLONIA:

I Campioni del Mondo in carica sembrano essere lontani da quelli di quattro anni fa, non sarà semplice ripetere l’impresa compiuta in casa durante l’ultima rassegna iridata ma i biancorossi non si daranno certamente per vinti. L’ultima Nations League, conclusa con la partecipazione alla Final Six, ha convinto soltanto a tratti e il gioco è risultato un po’ macchinoso, troppo studiato e poco fluido.

La sensazione è che il sestetto titolare si accenda soltanto a tratti e che viaggi su delle fiammate, troppo dipendenti dall’estro dei due fuoriclasse Kurek e Kubiak: se l’opposto e lo schiacciatore non sono in giornata (ed è già successo più volte) allora la Polonia va in sofferenza totale ed esce dal campo. Nell’ultimo periodo è uscito un buon martello come Szalpuk ma vedremo se saprà reggere il peso della competizione, da non sottovalutare il centrale Bieniek, incertezza in cabina di regia dove potrebbe giocare l’eroe Drzyzga o la novità Lomacz.

 

SERBIA:

La Serbia si distingue per un gioco aggressivo sottorete e per un attacco notevole ma spesso è carente a livello caratteriale, si scioglie quando l’occasione è importante e stecca in termini di continuità. Coach Grbic avrà parecchio lavoro da fare se vuole davvero fare strada con una Nazionale dal talento indiscusso ma che sembra l’eterna incompiuta. Indubbiamente le individualità parlano in loro favore ma vedremo se sapranno davvero essere squadra, quello che spesso e volentieri è mancato a questa formazione.

L’opposto Aleksandar Atanasijevic garantisce delle grandi bordate, il centrale Marko Podrascanin affiancato a Luburic si farà certamente sentire a muro, un mancino come Uros Kovacevic può disorientare gli avversari in coppia con capitan Nemanja Petric o eventualmente con Ivovoc, Jovovic in cabina di regia.

 





Foto: Valerio Origo

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