Seguici su

Pallavolo

“La battuta di Fabiola”: Italia-Argentina, la storia dei 4 palleggiatori

Pubblicato

il

Blengini e i suoi ragazzi superano l’Argentina di Velasco in una serata meno perfetta delle precedenti ma davvero entusiasmante. L’Italia soffre di fronte a una compagine che non riusciamo a fermare a muro e che non molla davvero mai. Il finale di partita non è per nulla scontato.

Gli azzurri perdono il primo set di questa rassegna iridata, esaltano per la seconda volta il Mandela Forum di Firenze e centrano la loro terza vittoria in altrettante gare disputate. Quattro gli uomini della gara su cui vorrei focalizzare l’attenzione e tutti con il medesimo ruolo, quello del palleggiatore. Quattro storie sportive diverse e la dimostrazione di quanto ognuno sia stato prezioso all’interno dello stesso match per la sua nazionale.

Simone Giannelli continua a mantenere la lucidità e la freddezza indispensabili per chi vuole essere un fuoriclasse di questo mestiere. Non tornano i conti se si pensa che tali doti, acquisibili solo con il tempo e l’esperienza, siano già tratti inconfondibili di un giocatore classe 1996.

Maximiliano Cavanna, nato a Buenos Aires nel 1988, si ritrova a dirigere la gara dall’inizio e affronta la sfida con l’atteggiamento giusto. Trasmette energia, non rinuncia mai e di sicuro non delude allenatore e compagni quando smarca e non permette al muro italiano di fermare gli attaccanti. Gioca spensieratamente, nonostante la presenza in squadra di uno dei più forti palleggiatori al mondo.

Luciano De Cecco, titolare della nazionale argentina da quando Giannelli aveva solo 11 anni e fresco di scudetto con la Sir Safety Perugia, è costretto a lasciare spazio al suo vice già a metà dell’incontro precedente contro il Belgio. Entra con entusiasmo, con un sorriso contagioso che ti aspetteresti di più da un esordiente, e alza i palloni decisivi dell’unico set vinto dal suo team. Le scelte non si discutono ma la sua breve permanenza in campo ricorda che c’è qualcosa di geniale nelle sue mani.

Michele Baranowicz, colui che risolve la partita e porta l’Italia al successo. Tutti i risultati di questa prima fase contano per le successive e il suo ace è una vera manna dal cielo che ci lascia a punteggio pieno. Il “vice Giannelli”, nonostante un curriculum di altissimo livello, si trova al momento ancora sprovvisto di squadra per la prossima stagione. Attende la sua occasione, che arriva puntuale sul 27-26 del quarto set.

Uno dei compiti più ardui nella pallavolo è quello di entrare dalla panchina nei momenti più delicati e dirigersi direttamente sulla linea dei 9 metri. Gli avversari ti temono perché sanno che se sei lì in quel momento significa solo una cosa, ovvero che hai una gran bella battuta. I compagni e tutto lo splendido pubblico di Firenze ti inviano energie positive e vogliono che “spacchi”. Tu hai due scelte: sentire tutto ciò e caricarti di pressione, oppure pensare che la rete è sempre la stessa, la palla che hai in mano è la stessa e che quel gesto nella tua vita lo avrai fatto, provato, allenato milioni di volte… devi solo farlo un’altra volta! Michele, senza esitazione, si alza la palla e batte forte e preciso.

Di Fabiola Facchinetti, giocatrice della Vero Volley Monza in A1





Clicca per commentare

Tu cosa ne pensi?

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *