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Basket, Qualificazioni Mondiali 2019: Bologna ci lascia una bella Italia in attacco. Ungheria crocevia verso la Cina

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28, 16, 16 e 14. Non sono numeri buttati a caso, ma i punti dei quattro più prolifici realizzatori dell’Italia nella partita che ha aperto la seconda fase delle qualificazioni ai Mondiali di Cina 2019. La temuta partita con la Polonia è in archivio con un netto 101-82, e ora la testa va a lunedì, quando gli azzurri saranno ospiti dell’Ungheria alla Fonix Hall di Debrecen.

Questa partita si può intitolare in un solo modo: “Il ritorno di Amedeo Della Valle”. L’uomo di Alba ha fatto sorgere una nuova alba sul proprio percorso in azzurro, dopo il brusco stop in forma di zero punti con la Croazia: le otto triple realizzate nella notte del PalaDozza sono per lui un record in Nazionale (ma non in senso assoluto: in campionato ci era già arrivato due volte, entrambe nel 2016 ma in due distinte stagioni), i 28 punti sono il suo secondo miglior bottino con l’Italia. Meglio di così difficilmente poteva andargli, eppure ha praticamente ricominciato come aveva finito, da trascinatore.

C’era la curiosità per Jeff Brooks, futuro compagno di squadra di Della Valle a Milano: il naturalizzato per matrimonio ha risposto presente con 16 punti e parecchie dimostrazioni della propria forza, che in Italia abbiamo imparato a conoscere bene sin dai tempi di Jesi nel 2011-12. Molto positivi anche Gigi Datome e Nicolò Melli: il capitano azzurro ha segnato ove necessario, dando il suo indirizzo alla partita, il suo compagno di squadra ha atteso che l’incontro venisse a lui e nel terzo quarto l’ha azzannato con nove punti, mettendo poi il punto esclamativo con una stoppata su Slaughter che s’è sentita fino a Porta Santo Stefano, dall’altra parte di Bologna.

La citazione, però, la meritano Pietro Aradori e Andrea Cinciarini, in uguale misura, perché il primo ha tirato fuori, nel momento necessario, un secondo quarto dei suoi, in cui quando comincia a entrare in striscia c’è poco da fare. Cinciarini ha tirato fuori una delle sue più belle prestazioni in Nazionale, gestendo un momento molto critico come l’ultimo tentativo di rimonta della Polonia dall’alto dell’esperienza che arriva dai 32 anni compiuti a giugno. E dire che aveva iniziato con qualche difficoltà…

Certo, andrà rivista la difesa, si dirà. Osservazione possibile, ma che comunque non tiene conto di alcuni fattori, legati soprattutto a molti tiri di AJ Slaughter: forzati, difesi bene, presi senza un filo logico, eppure finiti in fondo alla retina. Certamente Meo Sacchetti cercherà di ovviare al problema, ma forse non è così grave come sembra. Intanto una cosa è successa: se Slaughter ha fatto fuoco e fiamme, non si è granché attivato Mateusz Ponitka, che rappresentava la possibile vera spina nel fianco degli azzurri. I suoi cinque punti li ha messi subito, a inizio partita; poi ne sono arrivati soltanto altri otto negli oltre trenta minuti trascorsi in campo dall’ex Tenerife. Missione di limitazione compiuta.

L’Ungheria. dunque. Priva di Rosco Allen, che si è rotto una mano, la squadra magiara ha comunque battuto senza grandi patemi l’Olanda e si presenterà con un blocco di giocatori del campionato ungherese non indifferente. Ne sono fuori solo Zoltan Perl, ex Treviso e Capo d’Orlando che quest’anno giocherà in Spagna, Akos Keller, che si è trasferito dall’Alba Fehervar allo storico Pau Orthez (in cerca di rilancio da anni) in Francia, e Darrin Govens, il naturalizzato andato a Minsk dopo diverse stagioni nella patria di cui ha l’altro passaporto. Non sarà una squadra imbattibile, certo, ma le si dovrà porre la giusta attenzione. Una vittoria avvicinerebbe l’Italia in modo molto netto alla Cina, una sconfitta porterebbe gli ungheresi al secondo posto del girone e gli azzurri al terzo. Fatte queste premesse, è questa la vera partita che può cambiare in un verso o nell’altro le prospettive italiane.





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federico.rossini@oasport.it

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Credit: Ciamillo

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