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Basket, Pietro Aradori: “Bella sensazione essere tra gli anziani della Nazionale, significa che qualcosa ho costruito”

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La penna di Andrea Barocci si muove un’altra volta, il Corriere dello Sport si riempie di una nuova intervista: il designato, stavolta, ha un che di biondo platino che svanisce dalla testa con la ricrescita dei capelli. Pietro Aradori si è raccontato al quotidiano di Roma, parlando tanto della Nazionale e delle qualificazioni ai Mondiali 2019 quanto di se stesso e delle problematiche Eurolega-Fiba-NBA che causano tante defezioni.

Il giocatore attualmente in forza alla Virtus Bologna comincia così, con una sorta di manifesto: “Io ho iniziato a giocare molto presto, sono andato via di casa a 13 anni. Avevo il sogno di costruirmi una vita sportiva nel basket. Ma questo desiderio non è rimasto lì, in un cassetto: l’ho fatto diventare realtà investendo tanto su me stesso. Avrei potuto non farcela, comunque ci ho provato e ce l’ho fatta. Il mio sogno attuale è quello di continuare la carriera al più alto livello possibile, e di migliorare anche come persona. Sono maturato presto, forse per il fatto di aver lasciato casa così giovane: in questi casi si deve crescere un po’ prima. E poi voglio pensare a una vita dopo il basket: qualcosa che mi piaccia fare. Con passione, come è successo con la pallacanestro“.

Sulla propria condizione di prossimo trentenne e “senatore” della Nazionale: “Ho iniziato a realizzare questa cosa solo ultimamente. Fa parte della vita: parti che sei il più giovane, e con uno schiocco di dita ti ritrovi che sei tra i più anziani. Per me è una bella sensazione: significa che in tutte queste stagioni ho costruito qualcosa di importante con il mio impegno. Mi rende orgoglioso“.

Sulle finestre invernali per le Nazionali: “Ognuno viene influenzato dalle proprie esperienze. Gigi Datome e quelli che giocano in Eurolega sono i più penalizzati: vorrebbero esserci quando gioca la Nazionale ma, per gli impegni di Coppa, non possono. Di positivo c’è che durante l’estate i giocatori hanno più tempo per riposare. Dall’altro lato, non hai mai le squadre migliori. Si hanno dunque nazionali rimaneggiate in inverno. Ma nella pallacanestro non puoi fare come il calcio, dove comanda solo la Fifa. Nel basket non è così: c’è la Fiba, l’unione delle leghe europee, la NBA, l’Eurolega. È tutto più complicato“.

Sul punto forte del gruppo azzurro: “Dal lato umano è quello di andare molto d’accordo. Dal punto di vista tecnico, non avendo gente di 2,10 fissa in area, ma tutti giocatori più o meno intercambiabili, in difesa possiamo cambiare molto sugli avversari“.

Pietro Aradori, assieme alla Nazionale azzurra, sarà impegnato in Germania venerdì e sabato per un torneo che preparerà gli uomini di Meo Sacchetti alle due sfide contro Polonia e Ungheria del 14 e 17 settembre, che daranno il via alla seconda fase delle qualificazioni a Cina 2019.





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federico.rossini@oasport.it

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Credit: Ciamillo

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