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Basket, Alessandro Lever: un anno da protagonista in NCAA. E’ il centro che l’Italia attendeva da anni?

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Scelte di vita. Sono quelle che, un po’ prima dei 20 anni, molti giovani fanno quando si tratta di dover scegliere cosa fare in un futuro senza scuola superiore. Quella di Alessandro Lever è stata una: continuare a studiare e insieme praticare lo sport che più gli porta soddisfazione, la pallacanestro. Questo sport, però, il ragazzo lo pratica bene anche nella sua culla, gli Stati Uniti d’America.

Nato a Bolzano il 4 dicembre 1998, Lever è forse la miglior speranza di avere un centro italiano di livello negli anni a venire, dopo molti anni in cui nel ruolo si è venuto a creare un buco generazionale rispetto all’epoca di Fucka e Marconato (non è contato Bargnani perché di base è stato un 5 adattato, ma il suo ruolo naturale era di ala grande). Il giocatore si è formato nelle giovanili di Reggio Emilia, prima di scegliere la strada degli USA. Indeciso per parecchio tempo tra la Grand Canyon University e Georgia Tech, è stato alla fine convinto dalla prima soprattutto per l’insistenza di Dan Majerle, ex uomo di spicco dei Phoenix Suns dell’epoca di Kevin Johnson prima e di Charles Barkley poi, che ha anche avuto l’onore del ritiro della sua maglia numero 9.

Nei primi tempi a GCU, Lever è spesso partito dalla panchina, non giocando mai più di 17 minuti fino a metà dicembre e restando, fino a gennaio, su una media punti che valeva il suo status in quel periodo. Poi, l’esplosione, quasi improvvisa, ma incoraggiata da Majerle: quattro partite consecutive, a gennaio, sopra i 20 punti, i palloni che gli sono arrivati con sempre maggior frequenza, la fiducia in aumento e con essa le percentuali di tiro. Alla fine, il bolzanino è arrivato ad assommare una doppia cifra in 12 delle ultime 15 partite dei “Lopes” (diminuitivo di Antilopes, il soprannome comune di GCU), arrivati molto vicini a poter giocare la March Madness, cioè il tabellone a eliminazione diretta dell’NCAA che fa impazzire ogni anno l’America, con tanto di Final Four organizzate in stadi originariamente pensati per il football americano. Il picco di Lever è risultato essere quello dei 30 punti contro Seattle, con annessa estrema precisione dalla lunetta (14/15).

Tutto questo ha fatto di Lever, assieme a Davide Moretti, uno dei fari della Nazionale Under 20 impegnata nell’ultimo Europeo di categoria: gli azzurri hanno finito in calando la manifestazione (fuori ai quarti per chiudere all’8° posto), ma il bolzanino è stato il migliore della truppa allenata da Eugenio Dalmasson, avendo messo insieme 13,9 punti e 5,1 rimbalzi di media nell’arco delle sette partite disputate.

Come si è anche potuto intuire dalle statistiche già citate, Lever non è propriamente il classico centro che staziona in modo fisso sotto canestro. Appartiene, invece, a una schiera più recente di numeri 5 che non disdegna qualche capatina sull’arco dei tre punti, anche se la tendenza è di non provare mai a segnare triple per più di 3-4 volte a partita. Giocatore di buonissima intelligenza cestistica, è anche in grado di leggere bene situazioni offensive per sé e per i compagni, oltre che di attaccare il canestro – dato non indifferente – sia con la sua mano naturale, la destra, che con la sinistra in modo pressoché ugualmente efficace, il che rappresenta soltanto un problema in più per gli avversari. Qualche miglioramento può esserci in determinate situazioni difensive, ma parliamo di dettagli che possono essere resi più incisivi col lavoro, che ci sarà a prescindere: Lever, infatti, è del tutto intenzionato a continuare l’avventura negli States nei prossimi tre anni.

Ora, va detto che Lever può diventare sì un centro forte, ma non è ancora detto che possa diventare, con certezza, il futuro della Nazionale maggiore sotto canestro. Dipende tutto da lui, dalla sua carriera. La testa, per fortuna, sembra esserci, la voglia di migliorarsi anche: a noi tocca aspettare il futuro, a lui prenderselo.





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Credits: FIBA Official Website / Eurobasket Under 20

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