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Wimbledon 2018: il tabellone femminile. E se fosse ancora la volta di Serena Williams? Camila Giorgi è nel suo quarto

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Middle Sunday a Wimbledon. Vuol dire riposo per gli addetti ai lavori e astinenza per gli appassionati. Ma la domenica di mezzo dello Slam londinese significa anche tracciare un primo bilancio su cosa ci attende da qui alla finale femminile di sabato. Ecatombe è la parola che perfettamente descrive quello che è successo in questa prima fase di torneo. In principio erano 32 le teste di serie, calate di 10 unità dopo il primo turno e diventate 7 a fine settimana. Solo una di queste, però, è in singola cifra. Si tratta della ceca Karolina Pliskova, curiosamente proprio numero 7 del seeding e unica giocatrice della top ten ancora in vita. Numeri che vanno a rafforzare l’eterno dibattito sul livellamento verso il basso del tennis al femminile, ma che soprattutto significano la peggior edizione di Wimbledon per le prime dieci giocatrici del mondo nell’era Open.

Dipende dai punti di vista, perché questo vuol dire anche incertezza e pronostici apertissimi. Un nome eccelle su tutti ed è quello di Serena Williams. Ai Championships è imbattuta da 17 partite (ha vinto nel 2015 e nel 2016 e non ha partecipato lo scorso anno) e l’impressione è che la sua striscia possa allungarsi. Non è stata una versione di Serena brillante fino ad ora, e non poteva essere altrimenti, molto lenta negli spostamenti. Ma la grinta è quella e contro Mladenovic lo ha dimostrato ancora una volta. Anche in questo caso i numeri parlano chiaro: la media del ranking delle avversarie della Williams da questo lato del tabellone è 105.5. Il suo è 181, ma ovviamente non le rende giustizia. Se toccasse ancora a lei?

La sfortuna, a questo punto, è che Camila Giorgi è nel quarto dell’americana. Londra le fa bene, perché dopo l’exploit del 2012 la marchigiana è riuscita finalmente a tornare alla seconda settimana dello Slam londinese, dando l’impressione di essere finalmente riuscita a dare concretezza al suo tennis da tutto o niente, pur mantenendo intatti i momenti in cui preferisce chiudere gli occhi e tirare piuttosto che aspettare. Ma è così, prendere o lasciare. E in questo caso prendiamo visto che Giorgi ha un’ottima chance di arrivare all’appuntamento con Serena, ma dovrà prima superare l’ostica russa Ekaterina Makarova, che con buona pace di Caroline Wozniacki alla seconda settimana ci è arrivata.

Pronostico apertissimo, invece, nell’altro quarto di tabellone. Karolina Pliskova è l’unica top ten (e abbiamo visto che non è un vantaggio), ma fin qui ha balbettato (con Buzarnescu è stata a un passo dalla sconfitta), e già l’olandese Kiki Bertens, che nel suo ruolino di marcia ha messo in riga Venus Williams, potrebbe rifilarle uno scherzetto. Decisamente interessante, poi, il confronto tra la tedesca Julia Goerges e la croata Donna Vekic, che zitta zitta ha fatto strada.

Un solo nome spicca anche nella parte superiore del tabellone ed è quello di Angelique Kerber. La tedesca è l’unica delle giocatrici rimaste in gara ad essersi qualificata alla seconda settimana anche a Melbourne e Parigi ed ha una grossa chance di tornare in finale, come due anni fa. Angie ha ritrovato il suo gioco dopo un 2017 opaco, ma, a proposito di rinascite, inizierà la seconda settimana affrontando Belinda Bencic che, al contrario, proprio quando pareva destinata a sbocciare definitivamente ha intrapreso un calvario durato oltre 24 mesi. Si è ricostruita, piano piano, e Londra potrebbe rappresentare un nuovo inizio. Quello tra Kerber e Bencic è senza dubbio l’ottavo di finale più intrigante del Manic Monday che ci attende domani.

Ma anche se numericamente questo è il Wimbledon femminile peggiore dell’era Open, una chance per tutte c’è. Ad incrociare Kerber-Bencic, invece, sarà una tra la belga Alison Van Uytvanck, giustiziera di Garbiñe Muguruza, e la russa Daria Kasatkina, probabilmente passata troppo sotto traccia ed ora, perché no, capace di arrivare in fondo. Poi c’è la cinese di Taipei Su-Wei Hsieh, carnefice di Simona Halep, e attesa domani dalla slovacca Dominika Cibulkova, che certamente più di una risata se l’è fatta di fronte alla moria di teste di serie, lei che dal seeding era stata esclusa per far posto a Serena Williams, non senza polemiche. Chi ha fin qui impressionato è la lettone Jelena Ostapenko, che non ha lasciato nemmeno un set per strada e che adesso incrocerà la bielorussa Aliaksandra Sasnovich, che fino ad ora al quarto turno di uno Slam non c’era mai arrivata.

 





 

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alessandro.tarallo@oasport.it

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Foto: Jimmie48 Photography / Shutterstock.com

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