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Tutti abbiamo la nostra Corea, cara Germania. L’Italia pianse con Pak e Ahn, oggi il dramma dei Campioni del Mondo

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Italia e Germania, un dualismo infinito, una battaglia eterna in ogni ambito, un testa a testa fatto di sfottò che va avanti da decenni. Non ci possiamo vedere, è un sentimento reciproco. Ci affibbiano gli epiteti di mangiapasta, noi rispondiamo con crucchi. Ci accusano di essere degli scansafatiche e noi troviamo il modo di controbattere. Nello sport tutto viene esasperato e il tifo raggiunge livelli altissimi: inutile nascondersi, diversi italiani hanno esultato sul gol di Kim che ha sbattuto fuori i tedeschi dai Mondiali 2018. Come tanti teutonici avevano festeggiato per la nostra disastrosa notte di Milano contro la Svezia, quella de “il calcio italiano è morto”, quella in cui celebravano il funerale del nostro movimento che mancava la qualificazione alla rassegna iridata dopo 60 anni dall’ultima volta.

Loro, in pompa magna, si presentavano in Russia da Campioni del Mondo per difendere il titolo e invece escono subito al primo turno, perdendo due partite sue tre e vincendone soltanto una, contro la Svezia in pieno recupero: non era mai successo che tornassero a casa così presto. L’anno scorso avevano vinto Confederations Cup con la formazione B e gli Europei U21, sembravano la potenza assoluta del calcio internazionale e invece sono bastati i piccoli Kim e Son per demolirli. Perché sì, in fondo tutti abbiamo la nostra Corea. Questo è il punto. E anche in questo Italia e Germania sono accomunate, unite nel dolore estremo dai tracolli contro la compagine asiatica, una squadra non di certo blasonata ma che contro le due corazzate europee si è superata.

Certo noi di Coree ne abbiamo due, Nord e Sud. Ai Mondiali 1966 perdemmo contro i dilettanti provenienti al di sopra del 38esimo parallelo: Pak Doo Ik è stato un incubo per generazioni di italiani, cresciuti con l’umiliazione del gol subito da quel dentista (o professore di ginnastica, o fruttivendolo, o altro visto che la storia della sua professione è entrata nella mitologia) che ci eliminò nella fase a gironi. E poi tutto ci ricordiamo l’ottavo di finale dei Mondiali 2002, quello dell’arbitro Moreno, quello dell’espulsione di Totti, quello del furto con scasso perpetrato dai padroni di casa che trionfarono al golden gol con Ahn Jung-Hwan. Oggi anche la Germania ha i suoi Pak e Ahn, si chiamano Kim e Son, demolitori dei Campioni del Mondo capaci di mandare in crisi una Nazione intera.

 





Foto: Di Marco Iacobucci EPP / Shutterstock

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