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Golf, US Open 2018: parata di stelle a Shinnecock Hills, Dustin Johnson è l’uomo da battere, ma sogna anche Francesco Molinari

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Le stelle del golf riunite per trionfare nel secondo Major stagionale. Tra giovedì 14 e domenica 17 giugno andrà in scena lo US Open 2018, che si disputerà sul percorso par 70 dello Shinnecock Hills Golf Club, situato nella città di Southampton a Long Island, a est di New York City. Si tratta del più antico club di golf degli USA, che già nel 2004 ha ospitato il Major e che nel 2026 sarà per la sesta volta la sede del torneo.

Un autentico parterre de rois si sfiderà nello scenario fantastico delle 18 buche di Shinnecock Hills, ma nel novero dei favoriti ci sarà spazio anche per uno straordinario interprete a tinte azzurre. Francesco Molinari, infatti, è reduce dal trionfo nel BMW PGA Championship e dal secondo posto nell’Open d’Italia, due risultati che lo hanno proiettato in testa alla Race to Dubai, nonostante la sua presenza a singhiozzo nel circuito dello European Tour.

Molinari è consapevole di attraversare un momento di forma psicofisica straripante e di aver compiuto progressi tecnici importanti soprattutto nei putt, ma lo US Open storicamente gli è stato sempre indigesto e nelle otto precedenti partecipazioni non è entrato mai nella top 20, restando in ben quattro occasioni escluso al taglio. Il fuoriclasse torinese si è piazzato secondo nel PGA Championship 2017 e culla il sogno di vincere un Major, compiendo un’impresa mai riuscita ad un italiano nella storia del golf.

L’avversario principale sarà lo statunitense Dustin Johnson, numero 1 del ranking, che di recente è apparso in gran forma e ha dominato il FedEx St. Jude Classic. Ma anche Justin Thomas e Jordan Spieth, sebbene siano rimasti finora in sordina, tendono ad esaltarsi nei momenti clou e proveranno a sparigliare le carte e a portare a casa un altro torneo dello Slam.

Non sarà da sottovalutare l’impatto del nordirlandese Rory McIlroy, mentre in due sognano un epico bis. Brooks Koepka è il detentore del trofeo e il percorso potrebbe anche essere affine alle sue caratteristiche tecniche, mentre Patrick Reed ha già portato a casa l’Augusta Masters e un’altra vittoria anche nel Major seguente lo consegnerebbe di diritto alla leggenda del golf. Resta poi da considerare la mina vagante Tiger Woods, pronto a ruggire in un torneo che già lo ha visto trionfare nel 2000, nel 2002 e nel 2008. Woods ha alternato tornei di altissimo livello ad altri in cui è apparso meno performante e, anche se lontano dal fuoriclasse dello scorso decennio, rappresenta un avversario scomdo per tutti.

L’Europa, invece, oltre a Molinari e McIlroy, può giocarsi le carte Jon Rahm e Tommy Fleetwood, due straordinari interpreti della disciplina, pronti a mettere a rischio il predominio statunitense che dura da tre edizioni. Lo spettacolo non mancherà, dunque, a Shinnecock Hills. E chissà che il cielo non possa tingersi splendidamente d’azzurro.




mauro.deriso@oasport.it

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Foto di Pier Colombo

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