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Arrampicata Sportiva

Arrampicata sportiva, Coppa del Mondo 2018: Gabriele Moroni e una vittoria storica, l’apoteosi di Hachioji verso le Olimpiadi

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Quando Gabriele Moroni si è appoggiato all’uscita dell’ultimo problema sapeva di aver riscritto la storia dell’arrampicata sportiva italiana. Quando ha completato il suo sforzo con una tecnica sopraffina ha immediatamente compreso di essersi consacrato e di avere preso spazio nella leggenda di questo sport entro i nostri confini nazionali. Una mano ben salda sulla chiusura, l’altra ciondolante in area a esultare in maniera incredula per avere vinto una tappa della Coppa del Mondo surclassando i migliori avversari del momento, sovvertendo i pronostici della vigilia e trionfando con pieno merito quando meno te lo aspetti: a 30 anni, con una buona carriera alle spalle a cui era però mancato l’acuto, il piemontese si consacra e trionfa a Hachioji, vicino a Tokyo dove si svolgeranno le Olimpiadi 2020.

Questo sport entrerà a fare parte del programma a cinque cerchi per la prima volta nella storia e lo farà con il format della combinata che mescola le tre specialità ma l’apoteosi di Lele nel boulder è stata semplicemente sublime anche perché l’Italia non vinceva nella prova più tecnica addirittura da 16 anni, cioè dai tempi del mitico Christian Core. Moroni non sembra poter diventare un polivalente e dunque ambire a essere presente ai Giochi ma il trionfo in faccia a stelle come Tomoa Narasaki e Rei Sugimoto aumenta il morale del nostro gruppo che aveva faticato in questo avvio di stagione.

Un vero successo perché il podio nel massimo circuito mancava addirittura da nove anni (fece quattro secondi posti tra il 2007 e il 2009), poi tante difficoltà e ieri la consacrazione per questo ragazzo della provincia di Novara che ama tanto anche l’attività in falesia e che arrampica da quando aveva otto anni: si meritava questa grande gioia e ora si guarda con più ottimismo al futuro magari sognando un altro exploit.

 





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