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Ciclismo

Giro d’Italia 2018, il borsino dei favoriti dopo le prime tre tappe. Tom Dumoulin il migliore dopo la cronometro di Gerusalemme, Froome e Aru in difficoltà?

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Il Giro d’Italia 2018 si ferma per il primo dei tre giorni di riposo previsti: dopo la grande partenza da Israele, proviamo a trarre un primo bilancio su quanto si è visto tra gli uomini più attesi in ottica classifica generale. Se la seconda e la terza frazione hanno detto poco, la cronometro inaugurale a Gerusalemme ha già segnato le prime differenze, anche piuttosto marcate, nella corsa alla maglia rosa.

Non può che essere soddisfatto, ovviamente, Tom Dumoulin. L’olandese della Sunweb ha dimostrato di aver preparato a pennello la corsa, conquistando il primo successo parziale e la prima Rosa, poi ceduta (pensiamo anche volentieri, liberando la squadra e se stesso da alcuni impegni potenzialmente nocivi per le ambizioni di bissare il successo del 2017) a Rohan Dennis, che sulla carta non dovrebbe rappresentare un pericolo vero e proprio per quanto riguarda la lotta al podio. Oltre alla prova di forza pura, Tom può sorridere anche pensando ai distacchi inflitti: dei cinque favoriti della vigilia, il più vicino è Thibaut Pinot a 33”, mentre Chris Froome, Fabio Aru e Miguel Angel Lopez sono ancora più distanti.

Tra questi, prova nelle attese per il transalpino della FDJ, l’italiano della UAE Emirates e il colombiano dell’Astana, quantomeno nei rapporti di forza tra di loro. Il tempo super di Dumoulin non può screditare le loro prestazioni, su un percorso comunque molto difficile per degli scalatori come loro. Il vero Giro, per quanto li riguarda, inizierà solo con le prime tappe nostrane e in particolare con l’Etna, prima occasione sul loro terreno di caccia preferito. Per ora, in ogni caso, rimangono stabili: avranno bisogno di staccare l’olandese in salita, ma questo era già che preventivabile alla vigilia considerando il gap a crono che deve essere preso in considerazione.

Il grande deluso, invece, è Chris Froome. Caduto in ricognizione, probabilmente non ha forzato e ha pagato le conseguenze fisiche delle escoriazioni, ma questo non basta a spiegare il suo tempo altissimo. Da possibile candidato alla top 10 di tappa si è dovuto accontentare della 21esima posizione e soprattutto di un ritardo di 37” dall’olandese. Tanti? Certo. Troppi? Difficile da dire. Nelle ultime stagioni il britannico del Team Sky ha sempre dominato la corsa grazie alle cronometro, ma con un avversario di questo calibro dovrà attaccare: lo vedremo di nuovo come il superman di La Pierre Saint Martin nel 2015, la sua ultima grande impresa in salita, o le celebri frullate andranno a vuoto come, per esempio, nell’ultimo Tour de France quando non ha mai staccato gli avversari? Premesso che la forma sia almeno vicina al top, per lui è importante riprendersi da eventuali dolori e ripresentarsi al via in Italia nelle condizioni migliori possibili, quantomeno per provare a mettere in difficoltà da subito il Dumoulin visto a Gerusalemme.

Tra gli altri, menzione d’onore per Simon Yates e Domenico Pozzovivo, che si sono difesi egregiamente e anzi hanno guadagnato sulla maggior parte degli uomini di classifica. Sulle tre settimane non offrono grandi garanzie (in due contano un piazzamento tra i migliori 5 nei grandi giri, grazie a Pozzovivo nel 2014) ma in salita possono reggere i migliori e, perché no, guadagnare qualcosa. Senza dimenticare un Esteban Chaves che potrebbe uscire alla distanza. Da outsider a mine vaganti, per un Giro che si annuncia aperto: la caccia alla leadership di Dumoulin è aperta, con altre 18 tappe da affrontare. Già a partire da martedì e mercoledì, con due giornate molto insidiose prima dell’Etna, primo verso scontro diretto in salita tra i big.





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Foto: comunicato Rcs

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