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Coppa Davis 2018: Italia, questo è il tuo livello massimo. Fognini non basta, urgono ricambi

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Per il terzo anno consecutivo l’Italia si ferma ai quarti di finale della Coppa Davis. Dopo Argentina e Belgio, è stata la Francia a Genova ad interrompere il cammino degli azzurri. Una vittoria per 3-1 da parte transalpini, ampiamente meritata per quello che si è visto in campo, con un Lucas Pouille eccezionale e con un doppio semplicemente perfetto. Niente impresa, dunque, per l’Italia contro i campioni in carica, e la sensazione che probabilmente questo sia il massimo che questa squadra possa raggiungere.

Si pensava che l’effetto terra rossa e il fatto di giocare in casa potessero aiutare maggiormente gli azzurri e soprattutto Fabio Fognini, ma il ligure si è spento progressivamente nel corso della tre giorni. Il nativo di Arma di Taggia è stato molte volte decisivo per le vittorie dell’Italia, il punto di riferimento di questa squadra, capace anche di conquistare tre punti con singolare e doppio. Purtroppo la carriera di Fognini è sempre stata di alti e bassi e proprio questa instabilità non può permettere all’Italia di sognare qualcosa di più grande.

Fognini è un talento, ma è incostante. Un giocatore capace di vincere o perdere contro chiunque, ma per conquistare la Coppa Davis servono soprattutto stabilità e almeno un giocatore che vinca entrambi i singolari quasi con l’assoluta certezza. All’Italia manca ovviamente un fuoriclasse alla Nadal o Federer, ma anche un giocatore alla Cilic, che quasi sempre conquista i due punti del suo singolare, proprio come contro il Kazakhstan nei quarti.

Resta poi il problema secondo singolarista. Andreas Seppi è un veterano della Coppa Davis e ha dato tantissimo alla maglia azzurra, ma proprio con questa addosso l’altoatesino si è dimostrato spesso fragile e troppo emotivo. Nel primo singolare contro Pouille, Seppi è stato bravissimo a recuperare due set, ma proprio nel momento di chiudere la partita si è bloccato e alla fine è crollato. Seppi e Lorenzi sono buoni giocatori, ma restano due secondi singolaristi poco solidi e sicuramente inferiori rispetto a quelli delle nazionali che sono arrivate in semifinale.

 

Decisivo in questa tre giorni è stato anche il doppio, ma Herbert-Mahut sono davvero un doppio formidabile. Fognini-Bolelli, però, restano comunque un doppio di un certo livello per la Davis e la speranza è quella che tornino a giocare insieme un po’ di più durante l’anno per affinare maggiormente la loro sintonia.

E’ importante, però, cominciare un ricambio generazionale. L’Italia vista a Genova è sicuramente una squadra esperta, ma è probabilmente arrivato il momento di provare un ragazzo come Matteo Berrettini. Il 21enne di Roma è sicuramente il giocatore azzurro su cui puntare maggiormente per il futuro, ma anche lui dovrà comunque meritare la convocazione, confermando i risultati ottenuti in queste ultime settimane, che lo hanno portato ad entrare tra i primi cento del mondo.

 





 

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Foto: pagina Twitter Federtennis

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