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Ciclismo: la settimana santa del pavé respinge Matteo Trentin e Gianni Moscon

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Parlare di ciclismo, oggi, non è per nulla facile. Purtroppo dopo un malore in corsa alla Parigi-Roubaix nella serata di ieri è morto il giovane belga Michael Goolaerts. Pur con questa doverosa premessa, proviamo ad analizzare come sono andati gli italiani nell’ultima settimana tra Giro delle Fiandre e Roubaix, consci in ogni caso di come lo sport in certi casi non possa che passare in secondo piano.

L’Italia si è presentata alla campagna del Nord con ambizione. Matteo Trentin e Gianni Moscon, anche se con caratteristiche diverse, avevano tutte le potenzialità per fare bene. Per un motivo o per l’altro, però, non sono nemmeno riusciti ad entrare tra i migliori 10 in nessuna delle due occasioni. Proviamo a partire da Trentin. Al Fiandre, secondo quanto dichiarato, ha pagato nel finale a causa di un lungo inseguimento in cui è stato impegnato per rientrare nel gruppo buono, durato qualche decina di chilometri. Tanto, troppo per una gara che di per sé si gioca anche sulle più piccole once di energia risparmiate. Alla Roubaix, invece, è stato costretto al ritiro: coinvolto in una caduta, assolutamente incolpevole, ha abbandonato la gara. Poca fortuna nella prima esperienza da capitano lontano dalla Quick-Step Floors, ma il corridore della Mitchelton-Scott non può essere soddisfatto dei risultati ottenuti.

Per Moscon, invece, la delusione riguarda specialmente quella Roubaix che lo scorso anno aveva chiuso al quinto posto. Al Fiandre si è mantenuto sui livelli della scorsa stagione, mentre nella Regina delle Classiche è letteralmente sprofondato, dopo essere stato coinvolto in una caduta. Sufficiente per spiegare una prestazione così lontana dalle attese? Evidentemente sì, perché la condizione di forma pur senza sembrare straripante era comunque più che buona. Il distacco accumulato dal trentino del Team Sky è troppo alto pensando ad un corridore del suo talento che soprattutto nelle prime due partecipazioni alla Roubaix aveva dimostrato di sentirsi particolarmente a suo agio.

Il bilancio azzurro, in via definitiva, è molto negativo. Se lo stesso Moscon è stato il migliore al Fiandre in 21esima piazza, alla Roubaix il primo italiano sul traguardo è stato addirittura Marco Marcato, esperto corridore della UAE Emirates. Nota di merito, per quanto visto ieri, a Daniel Oss, fondamentale per Peter Sagan fino all’attacco a lungo raggio del campione del mondo.





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Foto: Valerio Origo

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