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Ciclismo

Giro delle Fiandre 2018: lo “svantaggio” di chiamarsi Sagan. Tutti correranno contro lo slovacco

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Uno scenario visto e rivisto nel mondo del ciclismo, che potrebbe ripetersi ancora una volta. Negli anni passati Peter Sagan spesso e volentieri si è lamentato del comportamento dei propri rivali: troppo attenti nella marcatura “a uomo” sullo slovacco, lasciando così andar via degli autentici outsiders verso la vittoria nelle Classiche del Nord. Questo è lo svantaggio di essere dei fenomeni, di essere i grandi favoriti per le Classiche Monumento.

Anche andando a guardare le quote dei bookmakers, infatti, il campione del mondo è di sicuro l’uomo più da temere in vista del Giro delle Fiandre che illuminerà le strade del Belgio con i suoi meravigliosi muri nella domenica di Pasqua. Dopo un periodo non eccezionale, dove ha deluso soprattutto in chiave Milano-Sanremo (corsa che rimane stregata per il fenomeno slovacco), il capitano delle Bora-hansgrohe ha messo le cose in chiaro alla Gand-Wevelgem: non un attacco vero e proprio, gara in gestione e poi volata impressionante a distruggere tutti gli avversari.

Una tattica che si sta ripetendo, soprattutto in chiave iridata: uno storico tris mondiale infatti è arrivato tra Richmond (dove però ha staccato tutti i rivali), Doha e Bergen. Sagan è colui che, al termine di una corsa dura e molto lunga, ne ha di più in uno sprint che può essere ristretto o compatto rispetto a tutti gli avversari. C’è bisogno dunque di staccarlo prima, o di anticiparlo, per batterlo domani alla Ronde: anche nell’uno contro uno sul singolo muro, infatti, lo slovacco appare imbattibile.

Il marcamento a uomo sarà sicuramente fatto da colui che è annunciato come lo sfidante numero uno: il campione olimpico Greg Van Avermaet, l’unico che al momento sembra avere la gamba per staccarlo nel testa a testa. Per tutti gli altri ci sarà bisogno di provarci sin dallo striscione dei 100 chilometri all’arrivo: distruggere la squadra di Sagan può essere il primo obiettivo, mettergli fatica nelle gambe il secondo. La Quick-Step Floors, come fatto nel 2017, ha tutte le carte in regola per mettere in trappola il campione del mondo.





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gianluca.bruno@oasport.it

Foto: Pier Colombo

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