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Ciclismo

Giro delle Fiandre 2018: cosa aspettarci da Vincenzo Nibali? Lo Squalo non corre mai per onor di firma…

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Vincenzo Nibali è pronto per il suo debutto al Giro delle Fiandre: non si è mai messo il numero sulle schiena per partecipare alla Classica dei Muri, lo Squalo è all’esordio assoluto nell’appuntamento per eccellenza del ciclismo in Belgio, una vera e propria religione il cui culto perdura da più di un secolo. In questa regione fiamminga si respira la grande tradizione del pedale, il fascino delle corse di una volta, quel romanticismo dei tempi che furono: uno sforzo immane tra strappi, muri, salite brevi e spaccagambe, tratti in pavè che fanno esplodere il gruppo e che consegnano soltanto i migliori alla leggenda.

Il messinese, reduce dall’impresa compiuta alla Milano-Sanremo, ha accettato la sfida e per la prima volta in carriera si cimenterà con la seconda Monumento del calendario internazionale. Sarà una domenica di Pasqua davvero di passione e chissà che il 33enne non ci regali una delle sue imprese impossibili, uno dei suoi numeri di antologia, uno dei suoi attacchi da urlo che spesso risolvono le corse. Sul Poggio si è inventato un’azione solitaria che lo ha consacrato per sempre nella leggenda della Classicissima, al Fiandre servirà uno sforzo ulteriore per provare quantomeno a lottare alla pari con i grandi favoriti Peter Sagan e Greg Van Avermaet. Pochi si aspettano il risultato di lusso da parte di Vincenzo Nibali che però non corre mai solo per onor di firma: se si presenta sulla linea di partenza è perché crede di avere delle chance di vittoria, perché è consapevole che con il suo talento smisurato può davvero fare saltare il banco in qualsiasi circostanza.

Lo Squalo ha già vinto tre Monumento in carriera (due Lombardia e la Sanremo della scorsa settimana) ma vuole sicuramente rimpinguare il bottino per entrare ancora di più nella leggenda di questo sport. Risiede già nel pantheon ristretto dei corridori capaci di vincere per almeno una volta tutte le grandi corse a tappe, è completo perché riesce a fare la differenza anche nelle corse di un giorno e l’esercizio sui muri lo metterà ulteriormente alla prova. Sicuramente non partirà tra i favoriti della vigilia ma il capitano della Bahrain Merida proverà a stupire e quantomeno avrà l’occasione per provare il percorso, magari per tentare un assalto più convinto nei prossimi anni. Quella di domenica è una vera e propria sfida personale, il desiderio di spingersi oltre i proprio limiti è innato in lui. La corsa fungerà anche come tappa di avvicinamento alle Classiche delle Ardenne, con il sogno della Liegi più vivo che mai. Come digerirà i 18 muri previsti tra cui il micidiale Kwaremont e il durissimo Paterberg nel finale?

 





Foto: LaPresse/Fabio Ferrari – Comunicato Stampa Rcs Sport

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