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Sci Alpino

Sci alpino: lo slalom femminile azzurro non decolla. Il sesto posto di Costazza può far svoltare la stagione

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Nelle ultime stagioni di sci alpino, la disciplina che più di tutte ha faticato a portare risultati in casa Italia è stata indubbiamente quella dello slalom speciale femminile. Zero furono i podi colti dalle azzurre nella scorsa stagione, così come in quella precedente, numero confermato anche nelle prime tappe della Coppa del Mondo in corso attualmente.

In questa prima parte di stagione, a parte il terzo posto di Irene Curtoni nello slalom parallelo di Courchevel, non proprio paragonabile a una vera e propria gara fra i pali stretti, le azzurre hanno fatto fatica a centrare addirittura un piazzamento nella top ten. In una disciplina letteralmente dominata da Mikaela Shiffrin, che ha già conquistato la Coppa di specialità, né Curtoni, né Chiara Costazza, né Manuela Moelgg, quest’ultima principalmente una gigantista, sono riuscite a conquistare stabilmente una posizione fra le prime dieci in classifica.

Il sesto posto ottenuto da Chiara nell’ultima gara a Flachau, risultato che le ha consentito di ottenere il pass olimpico, può però essere un momento di svolta per la stagione dell’azzurra, che un anno fa riusciva a piazzarsi stabilmente in top ten e che quest’anno in due occasioni era scesa fino al 28mo posto. Costazza, in Austria, è apparsa pimpante e vogliosa di dare una svolta alla propria stagione, anche se pensare a un piazzamento importante in ottica Olimpiadi rischia di essere un po’ illusorio, dal momento che – Shiffrin a parte, che sembra aver già l’oro al collo – c’è un lotto di cinque o sei atlete che verosimilmente lotterà per gli altri due gradini del podio.

In un movimento solido e in salute come quello dello sci alpino italiano, che nelle ultime stagioni sta raccogliendo grandiosi risultati con diversi giovani emergenti anche in Coppa Europa, desta un po’ di sorpresa il fatto che le tre principali rappresentanti azzurre siano nate nel 1983 (Moelgg), 1984 (Costazza) e 1985 (Curtoni). Nello sci, la carta d’identità non è come in altri sport necessariamente indice di flessione dei risultati (lo dimostrano le prestazioni di Moelgg in gigante e di Peter Fill, classe 1982 e detentore delle ultime due coppe di discesa), ma fra le “nuove generazioni” non sembra esserci alcun profilo in grado di succedere alle tre azzurre. Per il futuro, il nome più interessante sembra essere quello di Martina Peterlini, giovanissima classe 1997 che ha appena esordito in Coppa del Mondo e che si sta ben comportando in Coppa Europa.





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Foto: Pentaphoto

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