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Bilanci in rosso: la crisi delle Federazioni Sportive. L’inchiesta del Fatto Quotidiano sull’Italia sportiva: come vengono spesi i soldi

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Il Fatto Quotidiano oggi ha pubblicato un’inchiesta sui bilanci in rosso delle Federazioni Sportive Italiane: un viaggio nei problemi economici dei vari enti e dei loro importanti deficit. Naturalmente parliamo di soldi pubblici ed è proprio per questo motivo che l’interessa è elevato.

A essere in negativo sono ben 23 Federazioni su 44. Le peggiori sono ciclismo, baseball, rugby, equitazione, sport invernali, pattinaggio a rotelle e triathlon. Tra le più virtuose vanno menzionate scherma, volley, nuoto, tennis, basket e calcio (anche se molto dipenderà dallo spareggio con la Svezia). Addentriamoci però più nel dettaglio di quanto riportato da Lorenzo Vendemiale nel suo pezzo.

 

Partiamo da una dovuta precisazione riportata anche da Il Fatto Quotidiano: solo una parte dei nostri contributi finisce all’attività sportiva e agli atleti, i costi più importanti sono quelli dei cosiddetti “enormi carrozzoni”, cioè l’esercito dei dipendenti e dei dirigenti, i palazzi da mantenere e le grandi manifestazioni da organizzare. Ma parliamo proprio di cifre: in media più del 30% delle risorse se ne va in costi di funzionamento, cioè 70 milioni all’anno solo per il personale, poi ci sono diarie, affitti e costi di rappresentanza. Si parla di 250 milioni di euro dilapidati e ben sette Federazioni sono tecnicamente in bancarotta (quelle citate in precedenza) e, se fossero delle aziende private, dovrebbero portare i libri contabili in tribunale mentre questi organi non possono fallire e i soldi li mette lo stato ogni anno.

CICLISMO. Uno dei casi più gravi è quello della Fci guidata da Renato Di Rocco che ha un deficit di 2,7 milioni di euro. Molti sostengono che la responsabilità sia dovuta ai Mondiali di Firenze 2013 tanto desiderati da Matteo Renzi. La situazione è precipitata negli ultimi 4 anni tra crediti inesigibili, correzione nell’attribuzione di partite contabili e la completa svalutazione delle rimanenze di magazzino. Ma per il Presidente sembra essere tutto a posto: “Ci siamo dovuti far carico di oneri imprevisti, ereditati dal passato. Recupereremo in futuro, i risultati sportivi sono dalla nostra parte.

EQUITAZIONE. La Fise è l’unica a essere stata commissariata per ragioni economiche (nel 2013) dopo tre bilanci non approvati e poi rivelatisi falsi, tra crediti fittizi e il buco lasciato da alcune edizioni della manifestazione Piazza di Siena. Il deficit aveva toccato quota 9 milioni di euro ma oggi è sceso a 2,7. Si sta dunque effettuando un piano di rientro che dovrebbe completarsi nel 2018, proprio come sta succedendo per la Fisi (sport invernali).

RUGBY. Lo scorso anno il Presidente Alfredo Gavazzi era stato indagato e assolto per una presunta irregolarità di bilancio. Come riporta Il Fatto Quotidiano, anche il consuntivo 2016 si è chiuso con un passivo di 600mila euro. Le due squadre italiane (Benetton e Zebre) che giocano nel campionato internazionale Pro 12 da anni bruciano più di 10 milioni a stagione. Le riserve si sono prosciugate, il piano di rientro non è stato accolto dal Coni e la Fir ha anche problemi di liquidità. La vicenda è anche finita in Parlamento con tanto di interrogazione firmata da alcuni deputati Pd.

BASEBALL. Il Fatto Quotidiano parla anche del milione e mezzo di euro di debito accumulato dalla Fibs. Non finisce qui perché ci sono anche il mezzo milione del pattinaggi a rotelle e i 293mila euro del triathlon.

 

Quelli citati dal quotidiano diretto da Marco Travaglio sono i casi più gravi ma la situazione è destinata a peggiorare visto che ben 23 Federazioni hanno chiuso col segno meno e una perdita complessiva di 11,7 milioni di euro, quasi sempre per i costi vivi alti e perché le entrate arrivano quasi esclusivamente da contributi statali. Proprio all’interno di questo discorso vengono citati alcuni casi: quello della Fidal (atletica leggera) con un passivo 1,3 milioni di euro dovuto a svalutazione di vecchi crediti fittizi e immobili; quello della Fitav (tiro a volo) perché ha dovuto pagare troppi premi alle proprie stelle (5 medaglie olimpiche); quello della Fig (golf) che ha bruciato 4,4 milioni di euro ma ora rientrerà tranquillamente perché riceverà ben 60 milioni per l’organizzazione della Ryder Cup 2022.

Emergono anche tanti altri dati significativi: 1,5 milioni per pagare le risorse umane della Federpesca, un milione per trasferte della Federbocce, 115mila euro per rifare il sito della Federazione pentathlon, 100mila euro per la convocazione dell’assemblea nazionale della Federpesistica, 700mila euro per la preparazione olimpica della Fitet ma peccato che nessun pongista sia andato a Rio 2016.

 





(foto Federciclismo)
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