Seguici su

Formula 1

F1, Mondiale 2017: Ferrari, dal sogno ad una realtà amarissima. Ora metabolizzare e guardare al 2018

Pubblicato

il

Era il 30 luglio. Si era corso il GP di Ungheria. Doppietta Ferrari. Sebastian Vettel davanti a Kimi Raikkonen. Il tedesco si presentava alle vacanze estive con 14 punti di vantaggio su Lewis Hamilton e una fiducia rinnovata dopo la scoppola di Silverstone. Fast forward. Sono passati 70 giorni, ma sembra una vera era geologica. Da quel momento l’inglese della Mercedes ha centrato quattro successi e un secondo posto in cinque gare allungando in classifica fino a +59 sul tedesco (clicca qui per la classifica generale) che, dal canto suo, è arrivato secondo in Belgio, terzo (ma ad ampia distanza) a Monza, con due ritiri a Singapore e in Giappone, ed è partito ultimo in Malesia.

In 70 giorni si è materializzato un deficit di 73 punti. Un vero e proprio incubo sportivo per Vettel e la Ferrari che, a suon di problemi tecnici, non gli ha propriamente dato una mano. Tutto sembrava parlare di una stagione completamente diversa. Si sapeva che vincere il titolo contro Hamilton e la Mercedes sarebbe stato complicato, per usare un eufemismo, ma nessuno si sarebbe mai immaginato che i discorsi si sarebbero potuti chiudere già ad Austin con tre gare di anticipo.

Come si può spiegare un crollo simile? Del tutto inatteso e inaspettato visto quanto successo nella prima parte del campionato. In poco tempo in casa Ferrari è successo tutto ed il contrario di tutto. La serie nera ha preso il via, nel vero senso della parola, a Singapore. Dopo un fine settimana dominato, qualifiche comprese, con una vettura che appariva imbattibile, è arrivato l’incidente al via di Marina Bay che ha fatto fuori le due “Rosse” e Max Verstappen. Un boccone amaro, amarissimo, che è stato il vero e proprio inizio della fine.

Si è giunti quindi in Malesia con la prima serie di noie tecniche della SF70H, pressochè infallibile fino a quel punto lungo tutto il corso dell’anno. Il motore di Vettel che salta nella terza sessione di prove libere e che, dopo essere stato sostituito, lo lascia a piedi al via delle qualifiche, è stato il preludio alla non-partenza di Kimi Riakkonen nel giorno successivo. Sembrava che il peggio fosse già stato raggiunto, ma sulla griglia di partenza del GP del Giappone (clicca qui per la cronaca) salta una candela d’avviamento della vettura di Vettel e il quattro volte campione del mondo non può che fermarsi dopo pochi chilometri.

Un disastro sportivo che ha lasciato tutti a bocca aperta, Ferrari in primis. Piccoli pezzi, o dettagli, che hanno lasciato a piedi i piloti e hanno disintegrato ogni sogno di titolo per pilota e scuderia. Una serie di eventi negativi talmente ravvicinati e pesanti che hanno rasentato l’incredibile e che, non ultimo, ci hanno privato delle grandi emozioni del duello al vertice tra Vettel e Hamilton. Una sfida che, sembra assurdo dirlo, si è riassunta nel corpo a corpo in due sole occasioni, a Barcellona e Baku. Davvero poco in sedici gare.

A questo punto cosa dobbiamo aspettarci dalla scuderia di Maranello nelle prossime quattro corse? In primo luogo di risolvere i problemi di affidabilità (mentre Hamilton non ha avuto alcun intoppo)  che sembrano più puntare il dito sulla selezione dei pezzi che sulla struttura nel suo completo ed in secondo di puntare al maggior numero di successi possibili. La vettura, infatti, ha raggiunto uno standard di competitività davvero notevole e questi intoppi sono arrivati proprio nel momento peggiore.

Tra Austin (clicca qui per programma e tv), Messico, Brasile e Abu Dhabi la Ferrari dovrà fare del proprio meglio per capire dove andare a migliorare in vista della prossima stagione. La base c’è ed è solida. Il progetto intrapreso è eccellente, e lo dimostrano i miglioramenti messi in mostra anche nel corso del campionato (non propriamente una consuetudine negli ultimi anni) e va solamente perfezionato. Non dobbiamo avere la memoria corta e, anzi, ricordarci da dove si partiva in Australia. Le Mercedes sembravano distanti anni luci rispetto a tutti e, invece, la Ferrari ha saputo tenere testa ai rivali alla pari, o quasi, lungo tutto questo 2017. Riuscire a mettere in mano a Vettel una nuova vettura ancora migliore non sarà un obiettivo semplice, ma per avere la meglio delle “Frecce d’argento”  (clicca qui per la classifica costruttori) i tecnici di Maranello dovranno continuare sul solco tracciato, aumentando prestazioni e affidabilità. Prendere gli aspetti migliori da questi 20 GP e risolvere le criticità. Sarà un inverno intenso in casa Ferrari. Ma la stagione 2018 parte già da oggi.

 





 

CLICCA QUI PER LEGGERE TUTTE LE NOTIZIE SULLA FORMULA UNO

alessandro.passanti@oasport.it

Clicca qui per mettere “Mi piace” alla nostra pagina Facebook
Clicca qui per iscriverti al nostro gruppo
Clicca qui per seguirci su Twitter

FOTOCATTAGNI

 

Clicca per commentare

Tu cosa ne pensi?

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *