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F1, Mondiale 2017: l’incredibile affidabilità della Mercedes. Mai un problema, mai uno zero per Lewis Hamilton. Ma le prestazioni di Valtteri Bottas preoccupano

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Il Mondiale sarà deciso dall’affidabilità“. Queste le parole di Jean Todt rilasciate qualche settimana fa a La Gazzetta dello Sport. A dir poco profetico se guardiamo all’ultimo Gran Premio della Malesia: prima il problema al turbo di Sebastian Vettel al sabato, poi, prima della gara, quello di Kimi Raikkonen. E mentre la Ferrari era costretta a limitare i danni la Mercedes e Lewis Hamilton volavano indisturbati fino al +34 nella classifica iridata. Un vantaggio importante, frutto soprattutto della costanza di risultati del pilota britannico, che in questa stagione è l’unico ad essere sempre andato a punti.

Merito soprattutto dell’affidabilità della sua W08 che quest’anno non lo ha mai lasciato “a piedi”. I problemi ci sono stati, sia chiaro, ma un po’ di fortuna e la capacità di riuscire a gestirli nei momenti e sulle piste giuste – la sostituzione del cambio in Austria costata “solo” un quarto posto – hanno consentito a Lewis di cambiare passo soprattutto nella seconda parte di stagione. Non ci sono dubbi che la power unit Mercedes sia la migliore da quando c’è stata l’introduzione del turbo, potendo disporre del famoso “manettino” che permette ai piloti di avere più potenza quando ne hanno bisogno. Se a questa superiorità si aggiunge anche l’affidabilità allora si fa dura per gli altri team…

Una situazione meno perfetta di quanto non si direbbe perché adesso viene la parte più difficile in casa Frecce d’Argento. Hamilton, infatti, correrà il finale di campionato con due power unit: la terza è stata introdotta a Silverstone ed utilizzata anche in Ungheria e Singapore, mentre la quarta è stata omologata a Spa. Cinque gare per due motori sono tante: in casa Mercedes lo sanno ed è per questo che negli ultimi due GP hanno corso in difesa. In qualifica a Singapore il bottone magico non è stato utilizzato, così come nei primi giri a Sepang. Le debacle della Ferrari, poi, hanno aiutato, permettendo addirittura ad Hamilton di allungare in classifica.

Alla Mercedes basterà quindi difendersi da qui alla fine del Mondiale? Non proprio. Il vantaggio è di sicuro notevole, ma all’interno del team c’è preoccupazione. Se pensiamo solo a difenderci, abbiamo già perso il Mondiale, ha dichiarato Toto Wolff, apprensione condivisa dallo stesso Hamilton. Il tre volte campione del Mondo ha ammesso candidamente di aver raccolto più di quanto sperava nelle ultime due gare, dove la sua Mercedes è stata la terza forza in pista. Roba inimmaginabile fino a poco tempo fa. La W08 ha dimostrato di soffrire le alte temperature, soprattutto con le gomme posteriori. A Suzuka il meteo aiuterà in tal senso, ma intanto qualche campanello d’allarme è suonato.

Soprattutto se si guarda a Valtteri Bottas. Il finlandese dovrebbe essere un alleato importante per Hamilton nella lotta iridata ma il suo rendimento nelle ultime due gare è abbastanza preoccupante, così come le sue parole (non sono a mio agio in macchina). A Sepang sulla sua vettura sono stati montati i nuovi aggiornamenti aerodinamici che però non hanno dato il risultato sperato. Lewis ha lanciato l’allarme. “È una situazione che va analizzata. Se non ci saranno miglioramenti quando arriveremo in Messico o Brasile per noi sarà ancora in salita“. In questo weekend il britannico si è “salvato” grazie alla sua sagacia tattica, rinunciando al nuovo pacchetto in qualifica e in gara. I risultati hanno permesso di coprire in parte il problema in casa Mercedes ma si tratta di un’incognita più grande di quanto si pensi. Perché è vero che “il Mondiale sarà deciso dall’affidabilità“, ma questa, da sola, non basta.

 

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alessandro.tarallo@oasport.it

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